Aristotele, Natura e movimento (fisica)

Il primo libro della Fisica illustra i vari punti di vista della filosofia precedente sul significato di “natura”. Nella lettura si accenna ad alcuni filosofi, contro cui Aristotele polemizza, proponendo la sua tesi: il principio su cui si fonda la natura è il movimento.

 

Fisica, 185a 1-15

 

1      [185a] L’esaminare, pertanto, se l’essere sia uno solo e immobile non è un esame che riguarda la fisica; come infatti anche il geometra non ha piú argomenti per confutare chi abbia sovvertito i princípi della geometria, ma è di competenza di un’altra scienza o di una scienza comune a tutte le altre, cosí neppure ne ha chi indaga sui princípi fisici contro quelli che li negano, poiché non si ha piú principio, se esiste soltanto l’uno, e l’uno è tale, dal momento che esiste il principio di una qualche cosa o di alcune cose. L’esaminare se tale è l’uno è quindi come se si disputasse contro una qualsivoglia altra tesi di quelle che si sostengono a puro titolo di discussione: ad esempio, contro quella di Eraclito, o se si affermasse che l’essere è un uomo unico; oppure come se risolvesse una argomentazione contenziosa, quale appunto l’hanno entrambi i ragionamenti, tanto quello di Melisso, quanto quello di Parmenide; essi, infatti, assumono posizioni false e mal sillogizzano. Maggiormente grossolano è quello di Melisso e non presenta difficoltà; ma, ammessa una sola assurdità, le altre tengon dietro; e ciò non presenta difficoltà alcuna.

2      Si ponga, invece, da parte nostra come principio fondamentale che le cose naturali, tutte quante o alcune, sono in movimento. Ciò è evidente per induzione.

 

(Aristotele, La Fisica, Loffredo, Napoli, 1967, pagg. 10-11)