ADORNO, UN PAZZO FA MOLTI PAZZI

La tendenza degli uomini a "cercarsi rogne". Il meccanismo, secondo Adorno, diventa nell'ambito della società latentemente patologico, tanto da concordare con la "follia dell'isolamento socializzato" tipico dell'uomo moderno.

103. Il ragazzo della landa*. Ciò che temiamo più di ogni altra cosa, senza un reale motivo, apparentemente ossesionati da idee fisse, ha la proterva tendenza ad accadere realmente. La domanda che non vorremmo udire a nessun costo, ce la porrà un idividuo d'animo meschino in tono perfido e amichevole interessamento; la persona da cui vorremmo, più che da ogni altra, tener lontana l'amata, l'inviterà, ache da tremila miglia di distanza, grazie a benevole raccomandazioni, e darà origine a quel tipo di conoscenze da cui incombe il pericolo. Resta a vedere fino a che punto siamo noi stessi a provocare questi errori; se, per esempio, un silenzio troppo ansioso non mette quella domanda silla lingua del maligno; se non si provoca il fatale contatto pregando l'intermediario, con sciocca e dsitruttiva fiducia, di non voler fare l'intermediario. La psicologia sa che chi si dipinge il male, in qualche modo lo vuole. Ma come accade che il male gli viene incontro con tanto zelo? Alla fantasia paranoide corrisponde qualcosa nella realtà che essa deforma. Il latente sadismo di tutti indovina infallibilmente la latente debolezza di tutti. E la fantasia di persecuzione si attacca: dovunque si manifesti, ci sono spettatori irresistibilmente spinti a imitarla. Ciò accade tanto più facilmente, quando si contribuisce a darle ragione facendo ciò che l'altro teme. "Un pazzo fa molti pazzi": L'abissale solitudine della follia ha una tendenza alla collettivizzazione, che chiama l'incubo in vita. Questo meccanismo patologico concorda col meccanismo sociale oggi determinante, per cui gli uomini socializzati e ridotti, dalla socializzazione, in disperato isolamento, sono assetati di convivenza, e confluiscono in gelidi mucchi”. [...]

* Der Heideknabe è il titolo di una ballata di Hebbel che narra la storia di un ragazzo a cui tutto ciò che teme capita infallibilmente.

(Th. W. Adorno, Minima Moralia (meditazioni della vita offesa), Torino, Einaudi, 1994, pp. 191-192, traduzione di Renato Solmi)