Bacon, Le tavole

Dopo aver dato tanto spazio alla pars destruens - cioè alla distruzione della scienza aristotelica e alla critica degli idola che impediscono di conoscere la Verità - Bacon ci offre in queste pagine il suo metodo scientifico, basato sull'induzione e sulle cosiddette “tavole” (delle presenze, delle assenze e dei gradi).

 

F. Bacon, Novum Organon, II

 

Stabilito lo scopo della dottrina, passiamo ai precetti, anch'essi esposti in ordine regolare. Gli indizi intorno all'interpretazione della natura comprendono due parti: la prima concerne il trarre e il far sorgere gli assiomi dall'esperienza; la seconda il dedurre o derivare dagli assiomi nuovi esperimenti. La prima parte si suddivide in tre aiuti: gli aiuti al senso, gli aiuti alla memoria, gli aiuti alla mente o ragione. In primo luogo bisogna quindi preparare una storia naturale e sperimentale sufficiente e buona: essa è il fondamento di tutto e non si deve inventare o escogitare, ma scoprire che cosa la natura faccia o produca. Ma la storia naturale e sperimentale è tanto varia e sparsa da confondere l'intelletto se non venga fissata e presentata nell'ordine adatto. A questo scopo bisogna [in secondo luogo] compilare le tavole e le coordinazioni delle istanze in modo tale che l'intelletto possa agire su di esse. Anche se questo venga fatto, l'intelletto abbandonato a sé e alla sua spontaneità è inadatto e incapace alla costruzione degli assiomi se non venga guidato ed aiutato. Cosí in terzo luogo bisogna ricorrere all'induzione legittima e vera che è la chiave dell'interpretazione.

 

La ricerca delle forme procede cosí: sopra una natura data bisogna preparare come una comparsa di fronte all'intelletto di tutte le istanze note che convengono alla medesima natura anche se in sostanze oltremodo differenti. Questa raccolta dev'essere fatta storicamente senza far uso di speculazioni affrettate o di sottigliezze eccessive. Per esempio, nella ricerca della forma di calore.

1.Raggi del Sole, soprattutto d'estate e a mezzogiorno. 2. Raggi del Sole riflessi e raccolti tra i monti o fra pareti o, piú di tutto, fra specchi ustori. 3. Meteore infuocate. 4. Fulmini ardenti. 5. Eruzioni di fiamme dalle viscere dei monti. 6. Ogni specie di fiamma [...].

Siamo soliti chiamare questa tavola, tavola dell'essenza e della presenza.

 

In secondo luogo vanno presentate all'intelletto quelle istanze che sono prive della natura cercata poiché la forma (come è stato detto) deve essere assente dove manca la natura data ed essere presente dove quella è presente. Ciò, tenendo presenti tutti i casi, condurrebbe all'infinito: le istanze negative devono dunque esser fatte seguire alle affermative e le assenze vanno considerate soltanto in quei soggetti che presentano affinità con quelli altri nei quali la natura data è presente ed appare.

Siamo soliti chiamare questa tavola della declinazione o dell'assenza in prossimità.

Prima istanza negativa corrispondente alla prima affermativa: i raggi della Luna, delle stelle, delle comete non risultano caldi al tatto; anzi è risultato alla osservazione che i freddi piú acuti si hanno nei pleniluni [...]. Seconda alla seconda: i raggi del Sole, nella media regione dell'aria (come la chiamano) non riscaldano. Di questo fatto si rende comunemente ragione dicendo non ingiustamente che quella regione non è abbastanza vicina al corpo del Sole donde sgorgano i raggi e anche dalla Terra ove essi vengon riflessi. Ciò è mostrato dalle vette dei monti (purché non siano troppo alti) ove la neve è perpetua [...]. Ottava alla terza: le comete (se si vuol annoverarle tra le meteore) non pare abbiano il manifesto potere di accrescere il calore delle stagioni, anche se spesso siano state notate, dopo la loro comparsa, delle siccità [...]. Nona corrispondente alla quarta: esistono balenii che producono luce e non bruciano e sempre si verificano senza tuono. Decima corrispondente alla quinta: le eruzioni e le eruttazioni di fiamme avvengono nelle regioni fredde non meno che in quelle calde: come in Islanda o in Groenlandia [...]. Undicesima corrispondente alla sesta: ogni fiamma è, piú o meno, calda e quindi manca l'istanza negativa. Eppure affermano che il fuoco fatuo (come lo chiamano) non abbia molto calore [...].

 

In terzo luogo devon essere presentate all'intelletto quelle istanze nelle quali la natura, intorno alla quale si svolge la ricerca, esiste in grado maggiore o minore, sia che la comparazione del crescere e del diminuire venga fatta nello stesso soggetto sia che venga fatta in soggetti diversi. Poiché la forma della cosa è la cosa stessa nella sua realtà e poiché la cosa non differisce dalla forma altrimenti da come differiscono l'apparente e l'esistente, l'esterno e l'interno, ciò che è in rapporto all'uomo e ciò che è in rapporto all'Universo, ne deriva necessariamente che non si deve considerare nessuna natura come vera forma se la forma non diminuisce sempre quando diminuisce la natura e non cresce quando cresce la natura. Siamo pertanto soliti chiamare questa tavola tavola dei gradi o tavola di comparazione.

 

(Il pensiero di F. Bacon, a cura di P. Rossi, Loescher, Torino, 1974, pagg. 140-143)