Bernstein, Il determinismo in Marx

Bernstein sostiene la presenza della concezione deterministica della storia nel pensiero di Marx, ma anche il piú duttile concetto di “tendenza”.

 

E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia

 

Nella seconda frase della citazione infatti “coscienza” e “essere” vengono cosí bruscamente contrapposti che è facile trarne la conclusione che Marx consideri gli uomini semplicemente come agenti viventi di forze storiche, di cui essi realizzano inconsapevolmente e involontariamente l’opera. E questa conclusione è modificata solo in parte da una frase incidentale che non abbiamo riprodotta, nella quale si pone l’accento sulla necessità di distinguere, entro i rivolgimenti sociali, tra quelli materiali riguardanti le condizioni di produzione e quelli riguardanti le “forme ideologiche entro le quali gli uomini acquistano consapevolezza di tale conflitto e lo combattono”. Nel complesso, la coscienza e la volontà degli uomini appaiono come un fattore molto subordinato al movimento materiale.

Né meno predestinatorio è il tono della frase in cui ci imbattiamo nella prefazione al primo volume del Capitale. “Si tratta”, – vi si dice riferendosi alle “leggi naturali” della produzione capitalistica, – “di queste tendenze che operano e si realizzano con ferrea necessità”. E tuttavia, mentre poc’anzi si parlava ancora di legge, al posto di questo rigido concetto se ne introduce uno piú duttile: la tendenza. E nella pagina seguente troviamo poi l’affermazione tante volte citata, che la società può “abbreviare e attenuare” le doglie del parto delle fasi naturali dello sviluppo.

 

E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia, Laterza, Bari, 1968, pagg. 32-33