Bonhoeffer, l’amore si fa carico del peccato

Bonhoeffer ci mostra come il vero amore, manifestato una volta per tutte nell’azione di salvezza del Cristo, si assume in modo solidale il peccato dell’altro. Solo un’etica, che si rifaccia costantemente al comandamento dell’amore, non corre il rischio di mortificare l’uomo attraverso l’astrattezza di una norma sotto la quale e in vista della quale l’uomo debba vivere. La rivelazione di Dio in Cristo annuncia che l’uomo può essere veramente libero e vivere di una vita vera quando dona totalmente la sua vita al prossimo.

 

D. Bonhoeffer, Etica.

 

Da quanto abbiamo detto risulta che la struttura dell’azione responsabile richiede la disposizione a prendere su di sé la colpa e implica la libertà.

Se volgiamo nuovamente lo sguardo verso l’origine di ogni responsabilità vediamo chiaramente che cosa si debba intendere per assunzione di colpa. Gesú non si occupa della proclamazione o della realizzazione di nuovi ideali etici, e neppure della sua propria bontà (Mt. 19, 17), ma esclusivamente dell’amore per l’uomo reale; perciò può entrare nella comunione della colpa degli uomini e addossarsene il peso. Gesú non vuole apparire, a spese degli uomini, come il solo individuo perfetto, non vuole essere l’unico uomo esente da colpa, che guarda con sprezzo l’umanità soccombente al peccato, non vuole che una qualsiasi idea di uomo nuovo trionfi sulle rovine di un’umanità distrutta per colpa propria. Non vuole assolvere sé stesso dal peccato per il quale gli altri uomini periscono. Un amore che abbandonasse l’uomo nel suo peccato non sarebbe un amore rivolto all’uomo reale. Operando responsabilmente nell’esistenza storica degli uomini, Gesú si fa colpevole. Null’altro che il suo amore, si noti, lo fa incorrere nella colpa. Per il suo amore disinteressato Gesú abbandona la propria perfezione ed entra nella colpa umana per caricarsene. L’assenza di peccato e il caricarsi del peccato altrui sono in lui due fatti inseparabili. Gesú, che è senza peccato, prende su di sé quello dei suoi fratelli, e appunto nel portare quel peso dimostra di essere egli stesso senza peccato. Qualsiasi azione sostitutivamente responsabile ha dunque origine in Gesú Cristo, l’innocente colpevole. Se e in quanto tale azione sia veramente responsabile, esclusivamente preoccupata dell’altro, e procedente da amore disinteressato per l’uomo reale, per il fratello, essa non può volersi sottrarre alla solidarietà con il peccato umano. Gesú ha portato su di sé la colpa di tutti gli uomini, perciò chiunque agisce responsabilmente diventa colpevole. Colui che essendo responsabile vuol sottrarsi alla colpa si separa in pari tempo anche dal mistero redentore di Gesú Cristo, l’innocente che prende su di sé il peccato, e non partecipa alla giustificazione che si fonda su quell’evento. Egli attribuisce maggior valore alla propria innocenza che alla responsabilità per gli uomini, e non vede la colpa tanto piú imperdonabile di cui cosí si carica, non vede che la vera innocenza si manifesta appunto nell’essere solidali con la colpa di un altro uomo per amor suo. Il fatto che l’innocente amando disinteressatamente diventa colpevole è, in Gesú Cristo, parte essenziale dell’azione disinteressata.

 

D. Bonhoeffer, Etica, Fabbri-Bompani-Sonzogno-Etas,.Milano, 1983, pagg. 202-203