BENJAMIN, FRAMMENTO TEOLOGICO-POLITICO

 

Solo il Messia stesso compie ogni accadere storico e precisamente nel senso che egli soltanto redime, compie e produce la relazione fra questo e il messianico stesso. Per questo nulla di storico può volersi da se stesso riferire al messianico. Per questo il regno di Dio non è il Telos della Dynamis storica; esso non può essere posto come scopo. Da un punto di vista storico, esso non è scopo (Ziel), ma termine (Ende). Per questo l’ordine del profano non può essere costruito sul pensiero del regno di Dio, per questo la teocrazia non ha alcun senso politico, ma solo un senso religioso. Aver negato con ogni forza il significato utopico della teocrazia è il merito più grande dello Spirito dell’Utopia di Bloch. L’ordine del profano dev’essere orientato sull’idea di felicità. La relazione di quest’ordine col messianismo è uno dei punti dottrinali essenziali della filosofia della storia. E precisamente esso condiziona una concezione mistica della storia, il cui problema si può presentare in un’immagine. Se una freccia indica lo scopo verso il quale opera la Dynamis del profano e un’altra la direzione dell’intensità messianica, allora la ricerca della felicità dell’umanità libera diverge certamente da quella direzione messianica, ma, come una forza, attraverso la sua traiettoria, può favorirne un’altra diretta in senso opposto, così anche l’ordine profano del Profano può favorire l’avvento del regno messianico. Il Profano non è, dunque, una categoria del Regno, ma una categoria – e certamente una delle più pertinenti – del suo più facile approssimarsi. Poiché nella felicità ogni essere terrestre aspira al suo tramonto, ma solo nella felicità esso è destinato a trovarlo. – Mentre l’immediata intensità messianica del cuore, del singolo uomo interiore procede, invece attraverso l’infelicità, nel senso del dolore. Alla restitutio in integrum spirituale, che conduce all’immortalità, ne corrisponde una mondana, che porta all’eternità di un tramonto e il ritmo di questa mondanità che eternamente trapassa, e trapassa nella sua totalità, non solo spaziale, ma anche temporale, il ritmo della natura messianica è la felicità. Poiché la natura è messianica per la sua eterna e totale caducità. Tendere a questa, anche per quei gradi dell’uomo che sono natura, è il compito della politica mondiale, il cui metodo deve essere chiamato nichilismo.

 

[in Il concetto di critica nel romanticismo tedesco. Scritti 1919-22, Einaudi, Torino 1982]