Clemente Alessandrino, Il Lógos, guida celeste

Tito Flavio Clemente (150-215) dopo aver ricevuto un’educazione pagana si convertí al cristianesimo. La sua formazione di cristiano avvenne soprattutto in Egitto, ad Alessandria, dove tenne egli stesso una scuola di catechismo. Scrisse un Protreptico (“esortazione”) ai Greci, un trattato di morale cristiana (Pedagogo) e una raccolta di scritti vari, in particolare contro le eresie, dal titolo Stromata (letteralmente “le tappezzerie”, “i cuscini”, “i tappeti”; l’immagine è usata come metafora di “miscellanea”, collazione di scritti diversi su differenti argomenti). Anche dopo la conversione Clemente continua ad attribuire un ruolo determinante alla conoscenza filosofica, considerandola una guida verso Dio.

 

Pedagogo, I, 2

 

1      Il Lógos allontana l’uomo dalle abitudini del mondo, nelle quali egli è cresciuto, e lo concede all’unica salvezza della fede in Dio. Pertanto la guida celeste, il Lógos, allorché ci spingeva alla salvezza, prese il nome di esortatore o Protreptico. Ma ora – assumendo contemporaneamente l’uno e l’altro ufficio: quello di aver cura e di dar consiglio – continuando la sua opera, dà consigli a quelli che già ha convertiti con il promettere, soprattutto, la liberazione dalle nostre passioni. Cosicché si dia ad esso un solo nome, come si conviene, quello di Pedagogo o educatore.

2      Ora, il Pedagogo non è teoretico, ma pratico: egli, quindi, mira a rendere migliore l’anima, non ad ammaestrarla; e a rendere la vita non maggiormente erudita, ma sapiente.

 

(Grande Antologia Filosofica, vol. III, Marzorati, Milano, 1966, pag. 135)