Copernico, L’Universo è sferico come pure la Terra

È interessante notare, nell’elenco dei motivi addotti da Copernico per giustificare la sua convinzione che la Terra è rotonda, la differenza fra quelli “aprioristici” e quelli derivati dall’esperienza. I primi appaiono presentati come i piú convincenti. I “corpi divini” sono semplicemente quelli celesti.

 

N. Copernico, De revolutionibus orbium coelestium, I, capp. I, II

 

Prima di tutto bisogna notare che il mondo è di forma sferica, sia perché questa forma in quanto rappresenta una totalità in sé compiuta è la piú perfetta di tutte; sia perché è la piú capace di tutte le figure ed è quindi la piú adatta a contenere e conservare tutte le cose, sia perché anche le altre singole parti del mondo, cioè il Sole, la Luna e le stelle, appaiono in tale forma; sia perché tutte le cose tendono ad assumere questa forma, come accade alle gocce d’acqua ed agli altri corpi liquidi, allorché tendono ad essere definiti dai propri confini. Cosicché nessuno potrà mettere in dubbio che tale forma sia attribuita ai corpi divini.

Anche la Terra è sferica poiché da ogni parte si appoggia sul suo centro. E per quanto la rotondità della superficie non appaia evidente a prima vista a causa dell’altezza dei monti e della profondità delle valli, ciò tuttavia non pregiudica affatto la sua forma rotonda. Il che viene dimostrato in questo modo. Per coloro che vanno verso Settentrione, da qualunque parte provengano, il polo visibile della rotazione diurna si eleva progressivamente, mentre l’altro, dalla direzione opposta, si abbassa di altrettanto; sempre piú numerose sono le stelle, che stanno attorno alle settentrionali, che non si vedono piú tramontare, mentre verso Sud, sempre piú numerose sono quelle che non si vedono piú sorgere. Cosí l’Italia non scorge Canopo [a Carinae] che è ben visibile all’Egitto, mentre l’Italia a sua volta vede l’ultima stella del Fiume[a Eridani] che la nostra regione, posta in zona piú fredda, ignora. [...]

 

La rivoluzione scientifica da Copernico a Newton, a cura di Paolo Rossi, Loescher, Torino, 1973, pagg. 151-152