CHURCHLAND, Materialismo e psicologia del senso comune



Il materialismo eliminativo è la tesi secondo la quale la concezione che comunemente abbiamo dei fenomeni psicologoci costituisce una teoria radicalmente falsa - una teoria così manchevole che sia i suoi principi sia la sua ontologia finiranno per essere soppiantati, invece di essere progressivamente ridotti, una volta che le neuroscienze saranno state completamente sviluppate. La nostra reciproca comprensione e perfino la nostra introspezione potranno allora essere ricostruite all'interno della cornice concettuale delle neuroscienze, ovvero di una teoria che, secondo quanto possiamo attenderci, sarà di gran lunga più potente della psicologia del senso comune che verrà a sostituire e, in generale, più sostanzialmente integrata con la scienza fisica. [...]

La problematica convinzione che un altro individuo sia il soggetto di certi stati mentali non viene inferita deduttivamente dal suo comportamento, né per analogia induttiva dall'esempio rischiosamente isolato di ciò che accade a noi stessi. Piuttosto, questa convinzione è una specifica ipotesi esplicativa di tipo assolutamente diretto, che ha la funzione, assieme alle leggi della psicologia del senso comune che sono sullo sfondo, di fornire spiegazioni/previsioni/interpretazioni del comportamento continuo dell'individuo, ed è credibile nella misura in cui riesce ad avere successo, sotto questo riguardo, rispetto ad altre ipotesi rivali. In generale, questo successo viene ottenuto, e così la credenza che altri godano degli stati interni cui fa riferimento la psicologia del senso comune appare ragionevole.

(Paul Churchland, La natura della mente e la struttura della mente, Il Mulino, Bologna, 1992, pag. 29)