CROCE, LA FORZA VOLITIVA

La forza volitiva di Croce: similmente alla volontà di Schopenhauer una forza che permette ai singoli di operare nella vita; per Croce, tuttavia, essa è impegno concreto e coraggio di fronte alla vita, una scelta, mentre per il filosofo tedesco è forza autonomanente operante.

Ecco l'uomo fantastico: quante volte non ci siamo dovuti urtare in costui, illuderci dapprima con le sue illusioni, scoprirle tali, illuderci da capo con la speranza, e infine, rinunziare disperati a prenderlo sul serio! [...]. Ma l'insuccesso, che presto rende noi scettici sul conto suo, non rende mai scettico esso sul conto proprio; tanto è in lui spontanea e irrefrenabile quella germinazione di disegni e di propositi. Ed ecco il perplesso o pauroso, che, a ogni azione da compiere, si trova la mente popolata dai fantasmi delle possibili conseguenze dannose della sua azione, e vorrebbe prendere l'assicurazione contro tutte esse[...]. Ed ecco ancora l'uomo affranto dalle sventure, legato al passato che non torna, inadattabile al presente, inerte innanzi al presente. Fermiamoci a questi tre tipi. Che cosa manca a tutti costoro? Al primo, si dirà, manca la concretezza, al secondo il coraggio, al terzo il gusto del vivere. Cioè, manca a tutti lo stesso: la forza volitiva, che è concretezza, che è coraggio, che è amore alla vita.

(Benedetto Croce, Desiderare e volere, in Frammenti di etica, a sua volta in Etica e politica, Bari, Laterza, 1973, pp. 11-14)