D’Holbach, Violenza, giustizia, educazione

Secondo d’Holbach gli uomini sono tutti uguali per natura, ma la società è piena di differenze, cioè di ingiustizie. In particolare sono inaccettabili il sistema educativo e quello giuridico. Alla società che lo opprime, l’uomo reagisce con la delinquenza; e la società risponde con la forca.

P. H. d’Holbach, Sistema della natura, Tomo I, cap. XII 

 

Che dire dell’ingiusta crudeltà di talune nazioni, in cui le leggi, che dovrebbero essere fatte per il vantaggio di tutti, non sembrano avere per obiettivo che la sicurezza particolare dei piú forti, ed in cui castighi poco proporzionati ai delitti, tolgono spietatamente la vita ad uomini che la piú urgente necessità ha costretto ad essere colpevoli? È cosí che, nella maggior parte delle nazioni civili, la vita di un cittadino è messa nella stessa bilancia del denaro: l’infelice che muore di fame e di miseria è condannato a morte per aver sottratto una porzione modestissima del superfluo di un altro, che vede nuotare nell’abbondanza: è qui quella che nelle società illuminate si chiama giustizia o proporzionare il castigo al delitto.

Questa orribile iniquità, non diventa piú stridente ancora quando le leggi e le usanze decretano pene crudeli contro i delitti che le cattive istituzioni fanno germogliare e moltiplicare? Gli uomini, non lo si ripeterà mai abbastanza, non sono portati al male se non per il fatto che tutto sembra spingerveli. La loro educazione è nulla nella maggior parte degli Stati: l’uomo del popolo non vi riceve altri princípi che quelli di una religione inintelligibile che è solo una debole barriera contro le tendenze del suo cuore. Invano la legge gli grida di non toccare il bene degli altri, i suoi bisogni gli gridano piú forte che bisogna vivere a spese della società, che non ha fatto niente per lui e che lo condanna a vivere nell’indigenza e nella miseria; privato spesso del necessario si vendica con furti, ruberie, assassin”; a rischio della sua vita, cerca di soddisfare sia i suoi bisogni reali, sia i bisogni immaginari che tutto cospira a suscitare nel suo cuore. L’educazione che non ha ricevuto non gli insegna affatto a contenere la foga del suo temperamento; senza idea di decenza, senza princípi d’onore, egli si permette di recar danno ad una patria che è solo una matrigna per lui; nei suoi furori, non scorge piú la stessa forca che l’attende; d’altronde, le sue tendenze sono divenute troppo forti, le sue abitudini inveterate non possono piú cambiarsi, la pigrizia lo intorpidisce, la disperazione lo acceca, corre verso la morte, e la società lo punisce con rigore delle disposizioni fatali e necessarie che ha fatto nascere in lui o almeno che essa non ha convenientemente sradicate e combattute con i motivi piú idonei a dare al suo cuore inclinazioni oneste. Cosí la società punisce spesso le tendenze che la società fa nascere o che la sua negligenza fa germogliare negli spiriti: agisce come i padri ingiusti che castigano i figli dei difetti che essi stessi hanno fatto loro contrarre.

P. H. d’Holbach, Sistema della natura, UTET, Torino, 1978, pagg. 263-265