Darwin, La lotta per la vita

“Come mai alcune parti dell’organismo si adattano ad altre, o all’ambiente?”: secondo Charles Darwin questa domanda trova una risposta nella teoria della “lotta per la vita”.

 

Ch. Darwin, L’origine della specie, III

 

Come possono essersi effettuati questi mirabili adattamenti di una parte dell’organismo ad un’altra, alle condizioni esterne della vita e di un essere organico ad un altro essere? Questi adattamenti stupendi li vediamo piú chiaramente nel picchio e nel vischio; essi esistono, benché meno evidenti, nel piú umile parassita che si attacca al pelo del mammifero e alle penne di un uccello, nella struttura del coleottero che si tuffa nell’acqua, nel seme alato che viene trasportato dalla brezza piú leggiera: in una parola noi vediamo delle armonie meravigliose nell’intero mondo organico e nelle sue parti.

Si può anche cercare per quale processo le varietà, da me chiamate specie nascenti, si trasformino alla fine in specie ben definite, le quali nella pluralità dei casi differiscono fra loro assai piú delle varietà d’una stessa specie. Come si formano quei gruppi di specie che costituiscono i cosí detti generi distinti, e che sono fra loro piú diversi che non lo sono le specie di questi generi? Tutti questi effetti risultano necessariamente dalla lotta per l’esistenza, come noi dimostreremo piú completamente al capo seguente. In seguito a questa continua lotta per l’esistenza, ogni variazione, per piccola che sia e da qualsiasi cagione provenga purché sia in qualche parte vantaggiosa all’individuo di una specie, contribuirà nelle sue relazioni infinitamente complesse cogli altri esseri organizzati e colle fisiche condizioni della vita alla conservazione di quest’individuo e in generale si trasmetterà alla sua discendenza. Inoltre questa avrà maggiori probabilità di sopravvivere; perché fra i molti individui d ogni specie che nascono periodicamente pochi soltanto rimangono in vita. Io chiamo elezione naturale il principio pel quale cosí conservasi ogni leggera variazione, quando sia utile, per stabilire la sua analogia colla facoltà elettiva dell’uomo. Ma l’espressione usata da Herbert Spencer “sopravvivenza del meglio adatto” è piú precisa e alcune volte ugualmente conveniente. Noi abbiamo notato che l’uomo per mezzo dell’elezione certamente può produrre grandi risultati e può adattare gli esseri organizzati ai propri bisogni accumulando le variazioni leggere, ma vantaggiose che la natura gli fornisce. Ora l’elezione naturale, come piú tardi vedremo, è incessantemente in azione ed è incomparabilmente superiore ai deboli sforzi dell’uomo, come le opere della Natura lo sono rispetto a quelle dell’Arte.

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Non vi ha cosa piú facile dello ammettere in teoria la verità della universale lotta per l’esistenza, ma è estremamente difficile, come io almeno trovai, di conservare sempre presente allo spirito questa legge. Eppure se non ce la imprimeremo bene nella mente, intravederemo solo confusamente o anche non comprenderemo affatto, l’intera economia della natura con tutti i suoi fenomeni di distribuzione, di rarità, d’abbondanza, d’estinzione e di variazione. Noi vediamo l’aspetto della natura brillare di prosperità, e vi ravvisiamo una sovrabbondanza di nutrimento; noi dimentichiamo che la maggior parte di tanti uccelli che cantano intorno a noi, vivono solo d’insetti o di sementi, e per conseguenza distruggono continuamente altri esseri viventi; oppure noi riflettiamo che questi cantatori, o le loro uova o la loro covata, sono distrutti da uccelli od altri animali rapaci; e noi non pensiamo sempre che se in certi istanti essi hanno un nutrimento eccedente, ciò non avviene in tutte le stagioni dell’anno.

Qui io debbo premettere che adopero il termine lotta per l’esistenza in un senso largo e metaforico, comprendente le relazioni di mutua dipendenza degli esseri organizzati e (ciò che piú monta) non solo la vita dell’individuo, ma le probabilità di lasciare una posterità. Può con sicurezza asserirsi che in un epoca di carestia due cani lotteranno fra loro per carpirsi il nutrimento necessario alla vita. Una pianta al confine d’un deserto deve lottare contro la siccità, anzi piú acconciamente potrebbe dirsi che essa dipende dall’umidità. Di una pianta che produce annualmente un migliaio di semi, de’ quali in media uno solo giunge a maturità, può dirsi piú veramente che deve lottare contro le piante di specie simili o diverse, che già ricoprono il terreno.