Epicuro, il valore pratico delle sintesi teoriche

Epicuro non solo afferma che “l’atto apprensivo dell’insieme” (cioè la possibilità di avere una visione d’insieme) dei capisaldi della sua dottrina è piú importante della conoscenza dei particolari, ma che esso è necessario alla conoscenza delle singole parti.

 

Epistola a Erodoto, 35-36

 

Per coloro che non possono, o Erodoto, dedicarsi allo studio delle opere da me scritte sulla natura, né esaminare almeno le maggiori fra quelle che ho composto, ho preparato un compendio di tutta la dottrina, perché possano ritenere sufficientemente nella memoria i princípi fondamentali, affinché per ciascuna occasione, nelle questioni piú importanti, possano venire in aiuto a se stessi a seconda di quanto posseggono di scienza della natura. E anche coloro che hanno sufficientemente progredito cosí da sapersi orientare nel complesso delle dottrine devono ritenere nella memoria l’impronta delle proposizioni fondamentali nelle quali si compendia tutta la trattazione. Poiché dell’atto apprensivo dell’insieme abbiamo bisogno spesso, ma non è cosí per i singoli particolari. Dunque anche al complesso delle dottrine bisogna rifarsi continuamente, e ciò va fatto nella memoria, per la qual cosa, se gli stampi fondamentali saranno ben compresi e ricordati, si avrà l’atto apprensivo principale delle cose, e si potrà poi anche arrivare all’esatta conoscenza delle singole parti. Poiché anche per chi abbia raggiunto la perfezione questo è il punto fondamentale di tutta la dottrina: la possibilità di servirsi velocemente degli atti apprensivi; e questo è impossibile se non si riduce il complesso delle dottrine a semplici formulazioni e definizioni. Non si può infatti procedere frequentemente a una continua rassegna del complesso delle dottrine se non si è capaci di racchiudere in sé per mezzo di brevi definizioni anche ciò che si è indagato particolarmente.

 

(Epicuro, Opere, Einaudi, Torino, 1970, pagg. 21-22)