Feuerbach, Sulla filosofia dell’identità

La prova che qualcosa esiste al di fuori del pensiero non può essere espressa entro i confini del pensiero stesso, ma necessita di qualcosa che si pone al di fuori del pensiero stesso, come ricorda anche Kant con l’esempio dei cento talleri.

 

L. Feuerbach, Princípi della filosofia dell’avvenire, § 24-26

 

24. L’identità di pensare ed essere, il punto centrale della filosofia dell’identità, non è altro che una necessaria conseguenza ed attuazione del concetto di Dio come della sostanza, il cui concetto o essenza contiene l’essere.

25. La prova che qualcosa esiste non ha altro senso se non quello che qualcosa non è soltanto pensato. Ma questa prova non può derivare dallo stesso pensiero. Se si vuole attribuire l’esistenza ad un oggetto del pensiero, allo stesso pensiero si deve aggiungere qualcosa di diverso dal pensiero.

L’esempio scelto da Kant. nella critica della argomentazione ontologica, ma schernito da Hegel, valido a caratterizzare la differenza tra pensiero ed essere, tra cento talleri dati nella rappresentazione e cento talleri dati nella realtà, è essenzialmente giusto.

26. Un’essenza soltanto e cioè astrattamente pensante non ha la rappresentazione dell’essere, dell’esistenza, della realtà. L’essere è il limite del pensiero; l’essere in quanto essere non è un oggetto della filosofia assoluta o, per lo meno, dell’astratta filosofia assoluta.

 

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XVIII, pag. 962