Fevre, Cos’è la storia

Lucien Fevre (1878-1956) è stato il fondatore, insieme a M. Bloch, degli Annales, la piú importante rivista di storiografia di questo secolo. Evitando di inserire la complessità del mondo dell’uomo entro schemi rigidi o precostituiti, Fevre ha aperto il campo della storia a molte altre discipline. La sua ambizione di fondo è stata la “storia globale”.

In questa lettura egli esprime l’opinione che siamo noi che, nel bisogno di “organizzazione del passato”, diamo un ordine, che continuamente viene rivisto, ad una catena di fatti apparentemente senza significato.

 

L. Fevre, Une vue d’ensemble: histoire et psychologie, in Encyclopédie française, Tomo VIII, 1938, trad. it. di C. Vivanti, in L. Fevre, Studi su Riforma e Rinascimento, Einaudi, Torino, 1966, pagg. 489-490

 

Che cosa sono questi individui prestigiosi, i “personaggi storici”? Sono, abbiamo detto un giorno, “gli autori responsabili di una grande opera storica”. Ma che cos’è una grande opera storica? Un insieme di fatti raccolti, raggruppati, organizzati dagli storici, in modo tale da costituire un anello di quelle grandi catene di fatti omogenei e distinti (politici, economici, religiosi ecc.) di cui gettiamo la rete, piú o meno fitta, sul passato storico dell’umanità. Siamo noi a foggiare e rifoggiare senza posa queste catene, nel nostro bisogno di “organizzare il passato”, di mettere ordine e regola nell’insieme perpetuamente in moto, nello sfarfallio e nello scintillio di fatti che, senza leggi apparenti, si urtano, si confondono, si condizionano reciprocamente intorno a ogni uomo in ogni istante della sua esistenza e, dunque, dell’esistenza della società della quale fa parte.

Grandi catene, grandi sviluppi: perché grandi? Perché occorre distinguere, fra le opere umane, quelle che interessano solo un piccolo gruppo di uomini particolari, e le altre che, di là dalle frontiere dei piccoli gruppi, tendono a unire questi o almeno a orientarli verso la stessa direzione. Cosí le religioni, nella misura in cui non sono religioni chiuse di gruppi, interdette ai non iniziati. Cosí i grandi sistemi di idee e di dottrine, che si diffondono oltre le frontiere, collegando tra loro uomini di tutti i gruppi. Cosí anche le opere politiche: organizzazioni e rivoluzioni, conquiste ed espansioni, con tutto il loro seguito di annessioni da una parte, di resistenze dall’altra. Opere storiche. Sí, nella misura in cui non restano mero frutto della violenza, ma fruiscono della durata e della cooperazione degli uomini, che, dopo aver subito, accettano, adottano e diffondono.

 

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. V, pagg. 32-33