Gardner, La pluralità delle intelligenze e la loro educazione

Alla luce della sua teoria delle “intelligenze multiple” Howard Gardner si sofferma qui ad esaminare come differenti sistemi educativi operano al fine di sviluppare negli individui competenze che sono apprezzate in quel determinato contesto. Egli propone un “sistema di riferimento” che può essere applicato a qualsiasi situazione educativa e ne individua le componenti.

 

H. Gardner, Formae mentis

 

Comincio elencando le varie componenti che si dovrebbero tener presenti nell’analisi di ogni situazione educativa. Data la complessità di ogni situazione in cui uno o piú individui sono incaricati della trasmissione del sapere a un altro gruppo di individui, è essenziale considerare un grande insieme di componenti e quindi, purtroppo, ci si trova costretti a una esposizione sommaria di ciascuna di esse. A conclusione di questa sezione, ho incluso una tabella in cui sono indicati i modi in cui il sistema di riferimento può essere applicato alle nostre tre situazioni di apprendimento usate come campione. Il testo dettagliato della tabella diventerà probabilmente chiaro solo dopo avere assimilato le singole sezioni di ciascuna delle situazioni educative. La consultazione del diagramma potrebbe essere nondimeno d’aiuto per il lettore tanto durante l’introduzione alle componenti specifiche, nei paragrafi che seguono, quanto durante la lettura delle descrizioni piú dettagliate di ciascuna situazione educativa nelle sezioni seguenti.

Dopo queste brevi osservazioni di orientamento rivolte al lettore che dovesse avere dei dubbi, passerò a considerare innanzitutto una componente di speciale importanza per questo libro: le particolari intelligenze usate in una situazione educativa. Persino questa componente risulta essere plurisfaccettata. Per esempio, le abilità implicate da un’intelligenza possono essere usate come mezzo per acquisire informazione. Gli individui possono quindi imparare utilizzando codici linguistici, presentazioni cinestetiche o spaziali o legami interpersonali. Nello stesso modo in cui varie intelligenze possono essere sfruttate come mezzi di trasmissione, cosí il materiale da padroneggiare può ricadere in pieno nell’ambito di un’intelligenza specifica. Se si impara a suonare uno strumento, la conoscenza che si deve acquisire è musicale. Se si impara a calcolare, la conoscenza che si deve conseguire è logico-matematica (anche se il mezzo per conseguirla è di natura linguistica). Risulta cosí che le nostre varie competenze intellettuali possono fungete tanto da mezzo quanto da messaggio, tanto da forma quanto da contenuto.

Alle intelligenze in gioco sono affini, rimanendone però al contempo separati, anche i modi reali di apprendimento utilizzati nell’uno o nell’altro contesto. Quello forse piú basilare di tutti è l’apprendimento diretto o “non mediato”: quello in cui l’allievo osserva l’attività di un adulto in vivo, come quando un bambino di Puluwat osserva un anziano mentre costruisce una canoa o si prepara a prendere il mare. Strettamente affini all’osservazione diretta, ma implicanti una partecipazione piú aperta da parte dell’allievo, sono varie forme di imitazione, nelle quali il bambino prima osserva e poi (subito dopo o in un tempo successivo) imita le azioni eseguite dal modello.

In questi modi di apprendimento mediante osservazione sono spesso molto apprezzate forme di conoscenza spaziale, corporea e interpersonale. Può essere in gioco anche la conoscenza linguistica, ma di solito in maniera incidentale: per esempio, per richiamare l’attenzione su un elemento della prestazione. A volte si invocano anche adagi o asserzioni di carattere generale: a questo punto al “know-how” [al “come”] si congiunge il “know-that” [il “cosa”].

Ma l’istruzione in un’abilità specifica può verificarsi anche al di fuori del contesto in cui tale abilità è praticata abitualmente. A volte si costruisce un piccolo modello, cosí che l’allievo abbia la possibilità di far pratica: per esempio, il giovane navigatore di Puluwat impara a riconoscere le costellazioni disponendo dei ciottoli sul fondo di una casa-canoa. A volte si tiene una cerimonia o un rituale, nel corso dei quali vengono rivelati al giovane discepolo dei segreti o gli viene insegnata una pratica specializzata che potrà essere utilizzata in seguito in un “contesto” appropriato. E man mano che le società diventano piú complesse, e i compiti piú intricati e plurisfaccettati, l'apprendimento ha luogo sempre piú in situazioni lontane dal sito in cui esso sarà poi applicato nella pratica: per esempio in speciali edifici chiamati “scuole”. Esaminerò tali forme complesse di apprendimento quando mi occuperò delle scuole, dalle scuole informali nella boscaglia alle scuole religiose tradizionali, alle scuole laiche contemporanee con le quali ha familiarità la maggior parte dei lettori.

Quando passiamo in rassegna questi modi o contesti diversi di apprendimento, ci imbattiamo in tre variabili aggiuntive che devono trovar posto all’interno di ogni equazione del sapere. Innanzitutto, per trasmettere la conoscenza si usano vari mezzi o media. Mentre le forme dirette di apprendimento sono in gran parte immediate, implicando al massimo una semplice descrizione verbale o un diagramma lineare disegnato “sulla sabbia”, forme di apprendimento piú formali si fondano massicciamente su mezzi distinti di trasmissione. Questi mezzi possono comprendere sistemi di simboli ben articolati, come il linguaggio o la matematica, oltre a famiglie di mezzi in continua espansione, compresi libri, opuscoli, diagrammi, carte geografiche e topografiche, televisione, computer e varie combinazioni di questi e altri modi di trasmissione. Naturalmente questi mezzi differiscono nei tipi di intelligenza che si richiedono per un loro uso appropriato oltre che per i tipi di informazione che offrono piú facilmente.

 

Vengono poi i particolari siti o luoghi in cui avviene l’apprendimento. Gran parte dell’istruzione, in particolare in società tradizionali, viene impartita sul posto: l'allievo si pone semplicemente accanto al modello, che sta facendo “il suo lavoro”. L’apprendimento sul posto può avvenire a casa, quando questa è il luogo abituale in cui si svolge l’attività, si tratti di imparare a preparare un pasto o di “identificarsi” con un genitore che ha sempre da studiare. Come ho già notato, quando le società diventano piú complesse è probabile che fondino istituzioni specializzate per l’insegnamento. Le scuole sono gli esempi piú cospicui in proposito; ma sono esempi pertinenti anche ateliers, officine o laboratori, dove si può imparare un’attività attraverso un periodo di apprendistato. E a volte ambienti specializzati, come quelli usati per riti o cerimonie di iniziazione, facilitano una rapida ed efficace trasmissione di una conoscenza importante (influenzando spesso, efficacemente su di essa). È presumibile che non ci siano limiti assoluti ai tipi di informazione che potrebbero essere trasmessi in qualsiasi sito; ma, come ho suggerito, le forme di conoscenza linguistiche e logico-matematiche saranno trasmesse con la massima probabilità in ambienti escogitati espressamente (e usati primariamente) per la trasmissione di conoscenza.

Una terza variabile nell’equazione del sapere concerne gli agenti particolari a cui questo compito è affidato. Nella situazione classica gli insegnanti sono genitori o nonni, in generale dello stesso sesso del discepolo; anche gli altri parenti o membri della propria casta o del proprio clan possono fungere come depositari di uno speciale sapere. Anche fratelli e sorelle e coetanei partecipano talvolta alla trasmissione di conoscenza: per alcuni compiti, in effetti, i bambini imparano piú facilmente dai fratelli piú grandi che non da insegnanti che non hanno alcun rapporto di parentela con loro. Non di rado accade che il rapporto di insegnamento determini uno stretto legame fra un maestro e un discepolo all’interno di una cultura. I giovani finiscono con l’essere addestrati da quegli adulti che posseggono le abilità che per i giovani è piú importante conseguire: questo tipo di legame a due maestro-discepolo può avvenire in conseguenza di rapporti di parentela o di conoscenza o, meno comunemente, di un’affinità, percepita dai membri della comunità, fra le abilità del modello e le attitudini del giovane. (Questo tipo di legame a due è piú probabile in società che hanno un tipo di apprendimento informale). Infine, in certe società, emerge una classe del tutto distinta di insegnanti e capi – in principio di orientamento religioso e poi laico – , il cui compito è quello di insegnare un dato corpus di conoscenze ad alcuni fra i giovani della comunità, o a volte anche a tutti. A volte ci si attende che il docente abbia una specchiata figura morale, anche se, in contesti laici, la competenza tecnica è diventata la qualità essenziale richiesta. Forse per la prima volta, un rapporto anteriore fra il bambino e l’adulto non è piú una premessa necessaria per entrare in un rapporto educativo: ci si imbatte invece in una situazione contrattuale in cui la residenza in un’area geografica o l’appartenenza a un ente religioso è titolo sufficiente per entrare in un rapporto di istruzione.

Una parola, infine, sul contesto generale in cui ha luogo l’apprendimento. Ognuno dei nostri prototipi di apprendimento tende a verificarsi in un particolare contesto culturale. In una società tradizionale che non conosce la scrittura, la maggior parte delle cose che si devono apprendere è indispensabile per la sopravvivenza. Le stesse forme di conoscenza si trovano quindi in tutti, o quasi tutti, i membri di tale società. Una parte relativamente modesta della conoscenza è stata ordinata in codici espliciti, e le forme di conoscenza piú richieste possono essere accumulate semplicemente osservando gli individui al lavoro nei loro ambienti abituali. Poiché queste forme di conoscenza sono relativamente semplici, non mi soffermerò qui ulteriormente su di esse. Mi volgerò invece a considerare quelle forme di conoscenza all’interno di una società tradizionale che richiedono un lungo processo di apprendimento, come quello che impegna il nostro giovane aspirante navigatore di Puluwat o un giovane che vuol diventare un cantore in un ambiente privo di scrittura della Iugoslavia.

Nelle società in cui la cultura viene trasmessa in un contesto religioso tradizionale vige uno stato di cose un po’ diverso. Qui un certo segmento della società, costituito di solito dai maschi giovani, acquista un’abilità che distinguerà i suoi membri da quelli che ne sono privi. C’è un graduale processo di selezione, in conseguenza del quale alcuni individui finiscono con l’acquisire solo un piccolo frammento di questa conoscenza specializzata, mentre le persone piú dotte diventeranno i capi religiosi o secolari della comunità. Anche al di fuori dell’ambiente scolastico può esserci una differenziazione di competenze; spesso, però, la struttura tecnologica ed economica relativamente semplice della società permette alla maggior parte degli individui di possedere lo stesso insieme generale di abilità e conoscenza.

All’estremo opposto si trovano le società tecnologiche moderne, che presentano una vasta gamma di ruoli e di abilità. Poiché nessun individuo può concepibilmente padroneggiarli tutti, c’è una divisione del lavoro considerevole, con forme istituzionalizzate per la trasmissione di conoscenza e con criteri espliciti per valutare il successo. L’acquisizione di abilità ha luogo quasi invariabilmente in contesti specializzati, che vanno da scuole tecniche a officine, da fabbriche a società commerciali. Mentre, nella società tradizionale, quasi tutti hanno una certa comprensione della conoscenza posseduta da altri, la società tecnologica presenta esperti il cui particolare corredo di conoscenza è altrettanto misterioso per il cittadino medio quanto lo è la capacità di leggere e scrivere per l’individuo analfabeta.

I tipi di intelligenza piú apprezzati differiscono marcatamente in questi diversi contesti di apprendimento. Nelle società tradizionali prive di scrittura c’è un’alta valutazione della conoscenza interpersonale. Si tende a sfruttare molto le forme di conoscenza spaziale e corporea, mentre anche le forme di conoscenza linguistica e musicale possono essere molto apprezzate in certe particolari circostanze. In società con scuole religiose tradizionali, la conoscenza linguistica è oggetto di grande considerazione. In esse si continua a coltivare la conoscenza interpersonale, accompagnata, ai massimi livelli, dalla promozione di certe forme di conoscenza logico-matematica. Infine, nella moderna scuola laica sono molto apprezzate la conoscenza logico-matematica e anche certe forme di competenza linguistica, di contro è in generale ridotto il ruolo della conoscenza interpersonale, mentre possono acquistare importanza le forme di comprensione intrapersonale.

Ho passato brevemente in rassegna un sistema di riferimento analitico e un insieme di categorie che possono essere applicati a una varietà di contesti ed esperienze pedagogici. Naturalmente, ogni applicazione di questo sistema di riferimento dev’essere preliminare e provvisoria, dipendendo tanto dall’attenta osservazione della particolare società in oggetto quanto dallo sviluppo di mezzi per applicare le categorie in un modo attendibile e privo di ambiguità.

 

R. Fornaca-R. S. Di Pol, Dalla certezza alla complessità. La pedagogia scientifica del Novecnto, Principato, Milano, 1993, pagg. 451-455