GIOBERTI, LA FILOSOFIA CRISTIANA

 

Lo spirito umano, fin dal primo esercizio delle sue forze, qual essere pensante, conobbe l'Idea, come principio di cognizione, apprendendola con un intuito immediato, che è l'effetto di essa Idea, come principio creativo. In appresso la ripensò e svolse coll'aiuto della parola, e la rivelazione della parola fu l'istituzione della filosofia. Ma quando egli scadde dalla sua perfezione originale, l'Idea si oscurò, la parola alterossi, l'unità del nostro genere venne meno, e salvo la stirpe eletta, le mortali generazioni perdettero l'integrità e la purezza di quel primigenio e divino ammaestramento. Tuttavia la tradizione non fu spenta eziandio nel loro seno, e serbò alcune reliquie del vero ideale, che tramandate di secolo in secolo, e di nazione in nazione, furono la base di quell'antico senno che rifulse nei popoli pagani. L'Idea umanata restituí all'umano eloquio la perfezione natia, e ritornò la conoscenza razionale al suo primiero splendore. Il cristianesimo partorí una filosofia novella, che sovrastava di grande intervallo alla scarsa sapienza dei Gentili, per la notizia integrale del vero, che vi era racchiusa.

 

(Gioberti, Introduzione allo studio della filosofia)