Huizinga, L’eclisse della ragione

Siamo negli anni Trenta e allo storico olandese sembra che la società europea manifesti in modo evidente l’eclissi della ragione. Bisogna quindi studiare questa demenza e cercare i mezzi di guarigione.

 

J. Huizinga, La crisi della civiltà, Einaudi, Torino, 1978, pagg. 40-42

 

La nostra società è piena di sintomi inquietanti, che si possono adeguatamente raccogliere sotto la denominazione di “indebolimento del raziocinio”. È umiliante davvero. Si vive in un mondo in ogni senso molto meglio informato intorno a se stesso, alla sua natura, alle sue possibilità di quanto accadesse in qualsiasi precedente epoca della storia. Oggettivamente e positivamente, si sa meglio di prima come sia e si comporti il sistema cosmico, come lavori l’organismo vitale, come si regolino le cose dello spirito, come le conseguenze siano derivate dalle premesse. Il soggetto uomo conosce sé e il suo mondo meglio di quanto non si sia mai conosciuto. L’uomo, in un senso molto positivo, è diventato piú capace di giudicare. Piú capace in senso intensivo, in quanto lo spirito penetra piú addentro nella concatenazione e nella struttura, piú capace in senso estensivo, in quanto la sua conoscenza si estende uniformemente su un molto maggior numero di campi, e soprattutto in quanto un numero di persone molto maggiore di prima partecipa a un certo grado di cultura. La società, presa come soggetto astratto, conosce se stessa. Il “conosci te stesso” è sempre passato per il compendio della saggezza. La deduzione finale pare inevitabile: il mondo è divenuto piú saggio. – “Risum teneatis...”

Sappiamo bene come stanno le cose. La follia in tutti i suoi aspetti, quelli burleschi e comici, quelli maligni e dannosi, non mai come oggi ha celebrato le sue orge pel mondo. Ora essa non sarebbe piú l’argomento di un’operetta arguta e scherzosa di un umanista di nobile mente e seriamente preoccupato come Erasmo.

Come malattia sociale bisogna studiare in tutta serietà l’immane demenza dell’ora nostra, freddamente e oggettivamente mettere a nudo i suoi sintomi, fissare l’indole del male, e cercare i mezzi di guarigione.

 

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. V, pagg. 75-76