Hume, Avanti con metodo!

Hume non è scoraggiato dalle difficoltà, ritiene anzi di dover puntare al cuore del problema, che secondo lui è la natura umana, e di utilizzare come metodo l'osservazione e l'esperienza.

D. Hume, Trattato sulla natura umana, Introduzione

 

Il solo mezzo per cui possiamo sperare di ottenere un successo nelle nostre ricerche filosofiche è quello di abbandonare il tedioso ed estenuante metodo seguito fino ad oggi; invece d'impadronirci, di tanto in tanto, d'un castello o d'un villaggio alla frontiera, marciamo direttamente sulla capitale, ossia al centro di queste scienze, alla natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottenere ovunque una facile vittoria. Movendo di qui, potremo estendere la nostra conquista a tutte le scienze piú intimamente legate con la vita umana e procedere poi con agio a quelle che sono oggetto di pura curiosità. Non c'è questione di qualche importanza, la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell'uomo, e non c'è nessuna che possa venire risolta con certezza se prima non la padroneggiamo. Accingendoci quindi a spiegare i princípi della natura umana, noi miriamo in realtà a un sistema completo delle scienze costruito su di un fondamento quasi del tutto nuovo e tale che solo su esso possano poggiare con sicurezza.

Come la scienza dell'uomo è l'unica base solida per le altre scienze, cosí l'unica base solida per la scienza dell'uomo è l'esperienza e l'osservazione. Che l'applicazione del metodo sperimentale alla ricerca morale sia avvenuta piú di un secolo dopo l'applicazione di esso alle ricerche naturali, non deve sorprendere nessuno; troviamo lo stesso intervallo agli inizi di queste scienze; da Talete a Socrate corre infatti uno spazio di tempo quasi uguale a quello da Lord Bacone ai recenti filosofi inglesi, che, cominciando a portare la scienza dell'uomo sopra un terreno nuovo, hanno attirato l'attenzione ed eccitato la curiosità del pubblico. Ciò dimostra che, mentre le altre nazioni possono rivaleggiare con noi nella poesia e superarci in altre piacevoli arti, il progresso della ragione e della filosofia non è possibile che in un paese tollerante e libero.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XIII, pag. 845