HEGEL, LA STORIA E' COME IL BANCO DEL MACELLAIO

 

Se consideriamo questo spettacolo delle passioni ci poniamo innanzi agli occhi, nella storia, le conseguenze della loro violenza, della irragionevolezza che è connessa non solo ad esse, ma anche, e ci si potrebbe persino dire soprattutto, a quelle che sono buone intenzioni, scopi giuridicamente legittimi; se guardiamo al male in ogni sua forma, al tramonto dei regimi più fiorenti che lo spirito umano abbia prodotto … non possiamo concludere se non nel compianto per questa universale transitorietà ed anzi – giacché questo tramontare è opera non solo della natura ma anche della volontà umana, nello sdegno dello spirito buono … per simile spettacolo. Con quei risultati si può comporre uno dei più terribili quadri senza necessità accentuazioni oratorie, solo mettendo insieme esattamente le calamità sofferte da quanto di più splendido è esistito in fatto di popoli e di stati, di virtù private e di innocenza, e in tal modo si può spingere il sentimento sino al più profondo e inconsolabile cordoglio, che non è compensato da nessun risultato conciliante, e nei riguardi del quale noi organizziamo la nostra difesa o ricuperiamo la nostra libertà, solo pensando: - è andata così, è il destino; non c’è nulla da farci … Ma pure quando consideriamo la storia come un simile mattatoio, in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la sapienza degli stati e la virtù degli individui, il pensiero giunge di necessità anche a chiedersi in vantaggio di chi, e di quale finalità ultima, siano stati compiuti così enormi sacrifici .

 

(G. W. F. Hegel, “Lezioni sulla filosofia della storia”, Firenze 1941, pag. 57 e seguenti)