HUSSERL, L'INTENZIONALITA'

 

Nella percezione viene percepito qualcosa, nella rappresentazione immaginativa qualcosa viene rappresentato in immagine, nell'amore qualcosa viene amato, nel desiderio qualcosa viene desiderato, ecc. Brentano pensa a ciò che si può cogliere di comune in questi esempi, quando dice: «Ogni fenomeno psichico è caratterizzato da ciò che gli Scolastici del medioevo hanno chiamato «in-esistenza» intenzionale (o anche mentale) di un oggetto, e che noi chiameremmo, non senza qualche ambiguità, riferimento a un contenuto, direzione verso un oggetto (e ciò non vuol dire che si tratti di una realtà) oppure oggettualità immanente. Ogni fenomeno psichico contiene in sé qualcosa come oggetto, benché non sempre in egual modo». Questa «modalità» di riferimento della coscienza ad un contenuto... è appunto, nella rappresentazione, la modalità del rappresentare, nel giudizio, la modalità del giudicare, ecc. [...] È molto discutibile e può abbastanza spesso indurre in errore dire che gli oggetti percepiti, immaginati, desiderati, ecc. (che sono quindi dati, rispettivamente, nella modalità della percezione, della rappresentazione, ecc.) «entrano nella coscienza» o, viceversa, che «la coscienza (o l' "io") entra in rapporto» con essi, oppure che essi «sono assunti nella coscienza» secondo questa o quella modalità, e anche dire che i vissuti intenzionali «contengono in sé qualcosa come oggetto» e simili. [...] Rappresentarsi un oggetto, ad esempio il castello di Berlino,... non è altro che una specie determinata di «stato d'animo». Esprimere un giudizio su questo castello, gioire della sua bella architettura, o nutrire il desiderio di poter fare questo, ecc., sono vissuti nuovi, fenomenologicamente caratterizzati in modo nuovo. L'aspetto che hanno tutti in comune è il fatto che sono modalità dell'intenzione oggettuale, che in termini correnti non possiamo esprimere altrimenti se non dicendo che il castello è percepito, fantasticato, rappresentato in immagine, giudicato, ch'esso è oggetto di quella gioia, di quel desiderio, ecc. [...] Va distinto l'oggetto nel modo in cui viene intenzionato e l'oggetto che viene intenzionato in quanto tale. In ogni atto, un oggetto viene «rappresentato» con queste o quelle determinazioni, e come tale esso potrà essere anche eventualmente il centro a cui mirano intenzioni di vario genere - intenzioni di giudizio, di sentimento, di desiderio, ecc. Pertanto in esse l'oggetto che viene intenzionato è lo stesso, mentre l'intenzione è diversa in ciascuna di esse, ogni rappresentazione intende l'oggetto in modo diverso.

 

(E. Husserl, Ricerche logiche)