Kierkegaard, Il nostro tempo ha bisogno d’eternità

Dopo aver constatato che “il tempo non è diventato altro che tempo”, Kierkegaard giunge a concludere che il nostro tempo ha bisogno d’eternità. Al rifiuto dell’eternità si accompagna una sua “artificiosa imitazione”; ma per il filosofo danese questo progetto è destinato alla sconfitta.

 

S Kierkegaard, Gli scritti su se stesso

 

Ancora una parola; e me la si conceda. Ciò che il nostro tempo esige – già, chi finirebbe di enumerare tutto ciò che esige ora che, in seguito ad un processo di autocombustione, la cui causa ed il cui motivo è stato l’attrito mondano della mondanità con se stessa, la mondanità è andata in fiamme? Invece ciò di cui il nostro tempo ha bisogno – nel senso piú profondo – si può esaurientemente dire con una sola parola, ha bisogno di eternità. La disgrazia del nostro tempo è che non è diventato altro che “tempo”, temporalità, che, impaziente, non vorrebbe sentir parlare di eternità, che anzi, con buone condizioni o in preda a frenesia, vorrebbe rendere del tutto superfluo l’eterno con una artificiosa imitazione; il che però non gli riuscirà, in tutta l’eternità, perché quanto piú si crede di poter fare a meno dell’eterno, quanto piú ci si irrigidisce nel pensare che si può fare a meno di lui, tanto piú, in fondo, si ha bisogno di lui.

 

La sinistra hegeliana, Laterza, Bari, 1960, pagg. 463-464