Leonardo da Vinci, Dio e la necessità

Per il grande artista non vi è nulla che manifesti cosí mirabilmente la presenza di Dio nella natura quanto le meravigliose leggi che la costringono all’ordine e la liberano dal caos.

 

Leonardo da Vinci, Cod. Atlantico, mss. Foster III, A e C

 

“Perché le spezie delli obbietti son tutte in tutta la a loro antiposta aria, e son tutte in ogni punto di quella, egli è necessario che le spezie del nostro emisperio penitrino e passino con tutti li corpi celesti per il punto naturale, nel quale s’infondano e uniscano nella penetrazione e intersegazione l’una dell’altra, come l’altra dell’una: ne la quale le spezie della luna all’oriente e le spezie del sole all’occidente in tal punto naturale sono unite e infuse insieme col nostro emisperio. O mirabile necessità, tu con somma ragione costrigni tutti li effetti a participare delle lor cause, e con somma e irrevocabile legge ogni azione naturale colla brevissima operazione a te obbedisce. Chi crederrebbe che sí brevissimo spazio fussi capace delle spezie di tutto l’universo? O magna azione, quale ingegno potrà penetrare tale natura? Quale lingua fia quella che displicare possa tal maraviglia? Certo nessuna. Questo dirizza l’umano discorso alla contemplazione divina, ecc.

Qui le figure, qui li colori, qui tutte le spezie delle parte dell’universo son ridotte in un punto. O qual punto è di tanta maraviglia? O mirabile, o stupenda necessità, tu costringi colla tua legge tutti li effetti per brevissima via a participare delle lor cause. Questi son li miracoli!” (Atl. 345 v.b.).

“O potente e già animato strumento dell’arteficiosa natura, a te non valendo le tue gran forze, ti convenne abbandonare la tranquilla vita, obbidire alla legge che Dio e ’l tempo dié alla genitrice natura” (Ar. 158 r.).

“Ogni corpo sperico di densa e resistente superfizie, mosso da pari potenzia farà tanto movimento con sua balzi causati da duro e solio smalto, quanto a gittarlo libero per l’aria. – O mirabile giustizia di te, Primo Motore! Tu non ài voluto mancare a nessuna potenzia l’ordini e qualità de’ sua neciessari effetti, con ciò sia che una potenzia debbe cacciare 100 bracci una cosa vinta da lei, e quella nel suo obbedire trova intoppo, ài ordinato che la potenzia del corpo ricusi novo movimento, il quale per diversi balzi recuperi la intera somma del suo debito viaggio...” (A, 24 r.)

“La necessità è maestra e tutrice della natura. – La necessità è tema e nutrice della natura. – La necessità è tema e inventrice della natura, e freno e regola eterna”  (Fo. III, 43 v.)

“La natura è costretta dalla ragione della sua legge, che in lei infusamente vive” (C, 23 v.)

 

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pagg. 1201-1202