Lutero, Sull’autorità di san Paolo

Che cosa vale l’opinione di Erasmo di fronte all’autorità di san Paolo, il quale afferma esplicitamente che solo la grazia è la fonte della giustificazione dell’uomo?

M. Lutero, W. 769; Clemen, pag. 271

Ma che replicheranno, infine, i sostenitori del libero arbitrio a quello che segue: “Essi sono giustificati gratuitamente mediante la sua grazia”? Che significa gratuitamente? Che significa mediante la sua grazia? Come si possono conciliare sforzo e merito con giustizia donata gratuitamente? Forse qui diranno che essi attribuiscono al libero arbitrio il minimo possibile, che non costituisce merito adeguato alla grazia. Ma queste sono parole vuote. Poiché questo si attende dal libero arbitrio, che esso dia luogo ai meriti. Infatti la Diatriba contesta con insistenza continua: se non c’è libero arbitrio, dove c’è luogo ai meriti? Se non c’è luogo ai meriti, dove c’è luogo ai premi? A chi imputare il fatto che si possa essere giustificati senza meriti? Risponde Paolo a questo punto: che non esiste proprio merito alcuno, che tutti quelli che sono giustificati, lo sono gratuitamente, e che ciò non può essere imputato se non alla grazia divina. E, donata la giustificazione, vengono insieme con essa donati il Regno e la vita eterna. Dov’è dunque lo sforzo? dove lo zelo? dove le opere? dove i meriti del libero arbitrio? quale la loro utilità? Tu non puoi qui addurre a pretesto oscurità e ambiguità, perché la cosa e le parole sono chiarissime e semplicissime.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. VIII, pag. 1144