Marx, L’uomo e il cittadino

Marx critica la Rivoluzione francese, che ha considerato come uomo naturale l’uomo egoista, al di sopra del quale essa ha posto il cittadino con i valori morali. Questo dualismo uomo-cittadino deve essere superato.

 

K. Marx, La questione ebraica

 

L’uomo non venne quindi liberato dalla religione, ma ottenne libertà di religione. Non venne liberato dalla proprietà, ma ebbe invece la libertà di possedere. Non venne liberato dall’egoismo del mestiere, ma ottenne la libertà di mestiere.

La costituzione dello Stato politico ed il dissolvimento della società civile in individui indipendenti – il cui rapporto è il diritto, come il rapporto tra gli uomini dei ceti e delle associazioni di mestiere era il privilegio – si compie in un unico e medesimo atto. Però l’uomo che è membro della società civile, l’uomo non politico, appare necessariamente come l’uomo natura. I droits de l’homme si presentano come droits naturels, perché l’attività autocosciente si concentra nell’atto politico. L’uomo egoistico è il risultato passivo in cui ci si è imbattuti quando la società si è dissolta: è oggetto di certezza immediata, e quindi oggetto naturale. La rivoluzione politica dissolve la vita sociale nelle sue parti costitutive stesse. Essa considera la società civile, il mondo dei bisogni, del lavoro, degli interessi privati, del diritto privato come il fondamento della sua esistenza, come un presupposto che non ha bisogno di ulteriore giustificazione, e quindi come sua base naturale. Infine l’uomo che è membro della società civile viene considerato l’uomo autentico, l’homme che si distingue dal citoyen perché è l’uomo nella sua piú accessibile esistenza individuale sensibile, mentre l’uomo politico è soltanto l’uomo astratto, artificiale, l’uomo come persona allegorica, morale. Si vuol vedere l’uomo reale solo nella figura dell’individuo egoistico, e l’uomo vero solo nella figura dell’astratto citoyen.

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Ogni emancipazione implica il ricondurre il mondo umano, i rapporti umani all’uomo stesso.

L’emancipazione politica è la riduzione dell’uomo da una parte a membro della società civile, ad individuo egoistico ed indipendente, e dall’altra a cittadino, a persona morale.

Solo quando il reale uomo individuale riassorbe in sé l’astratto cittadino, e pur restando uomo individuale, è diventato elemento del genere umano nella sua vita empirica l’uomo ha riconosciuto le sue forces propres come forze sociali e le ha organizzate in conseguenza, e non separa quindi da se stesso la forza sociale che gli si presenta come forza politica, solo allora si può considerare compiuta l’emancipazione umana.

 

La Sinistra hegeliana, Laterza, Bari, 1960, pagg. 423-424