Marx, Non basta interpretare il mondo, bisogna cambiarlo

Riportiamo in forma completa questi importanti appunti di Marx. In essi il motivo dominante è la necessità per la filosofia di passare dalla teoria alla prassi, nella quale risiede la verità ultima che la filosofia va cercando. Quindi l’obiettivo finale della critica filosofica è quello di cambiare il mondo dell’uomo.

 

Marx, Tesi su Feuerbach

I

Il difetto capitale d’ogni materialismo fino ad oggi (compreso quello di Feuerbach) è che l’oggetto, la realtà, la sensibilità, vengono concepiti solo sotto la forma dell’obietto o dell’intuizione; ma non come attività umana sensibile, prassi; non soggettivamente. Di conseguenza il lato attivo fu sviluppato astrattamente, in opposizione al materialismo, dall’idealismo – che naturalmente non conosce la reale, sensibile attività in quanto tale –. Feuerbach vuole oggetti sensibili, realmente distinti dagli oggetti del pensiero: ma egli non concepisce l’attività umana stessa come attività oggettiva. Egli, perciò, nell’Essenza del cristianesimo, considera come veramente umano soltanto l’atteggiamento teoretico, mentre la prassi è concepita e fissata solo nel suo modo di apparire sordidamente giudaico. Egli non comprende, perciò, il significato dell’attività “rivoluzionaria”, “pratico-critica”.

II

La questione se al pensiero umano spetti una verità oggettiva, non è questione teoretica bensí una questione pratica. Nella prassi l’uomo deve provare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere immanente del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non-realtà del pensiero – isolato dalla prassi – è una questione meramente scolastica.

III

La dottrina materialistica della modificazione delle circostanze e dell’educazione dimentica che le circostanze sono modificate dagli uomini e che l’educatore stesso deve essere educato. Essa è costretta quindi a separare la società in due parti, delle quali l’una è sollevata al di sopra di essa [società].

La coincidenza del variare delle circostanze dell’attività umana, o auto-trasformazione, può essere concepita o compresa razionalmente solo come prassi rivoluzionaria.

IV

Feuerbach prende le mosse dal fatto dell’auto-estraneazione religiosa, della duplicazione del mondo in un mondo religioso e in uno mondano. Il suo lavoro consiste nel risolvere il mondo religioso nel suo fondamento mondano. Ma [il fatto] che il fondamento mondano si distacchi da se stesso e si costruisca nelle nuvole come un regno fisso ed indipendente, è da spiegarsi soltanto con l’auto-dissociazione e con l’auto-contradditorietà di questo fondamento mondano. Questo fondamento deve essere perciò in se stesso tanto compreso nella sua contraddizione, quanto rivoluzionato praticamente. Pertanto, dopo che, per esempio, la famiglia terrena è stata scoperta come il segreto della sacra famiglia, è proprio la prima a dover essere dissolta teoricamente e praticamente.

V

Feuerbach, non soddisfatto dell’astratto pensiero, vuole [aggiungervi] l’intuizione; ma egli non concepisce la sensibilità come attività pratica umana-sensibile.

VI

Feuerbach risolve l’essenza religiosa nell’essenza umana. Ma l’essenza umana non è qualcosa di astratto che sia immanente all’individuo singolo. Nella sua realtà essa è l’insieme dei rapporti sociali.

Feuerbach, che non penetra nella critica di questa essenza reale, è perciò costretto:

1) ad astrarre dal corso della storia, a fissare il sentimento religioso per sé, ed a presupporre un individuo umano astratto – isolato.

2) L’essenza può dunque [da lui] esser concepita soltanto come “genere”, cioè come universalità interna, muta, che leghi molti individui naturalmente.

VII

Feuerbach non vede dunque che il “sentimento religioso” è esso stesso un prodotto sociale e che l’individuo astratto, che egli analizza, appartiene ad un forma sociale determinata.

VIII

Tutta la vita sociale è essenzialmente pratica. Tutti i misteri che trascinano la teoria verso il misticismo trovano la loro soluzione razionale nella prassi umana e nella comprensione di questa prassi.

IX

Il punto piú alto cui giunge il materialismo intuitivo, cioè il materialismo che non intende la sensibilità come attività pratica, è l’intuizione degli individui singoli e della società borghese.

X

Il punto di vista del vecchio materialismo è la società borghese, il punto di vista del materialismo nuovo è la società umana o l’umanità sociale.

XI

I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo ma si tratta di trasformarlo.

 

Marx-Engels, Opere scelte, Editori Riuniti, Roma, 1969, pagg. 187-190