MARCEL, l'inquietudine positiva

 

L'inquietudine positiva, quella che porta nel suo seno un valore, è la disposizione che ci permette di liberarci dalla morsa in cui ci rinserra la vita quotidiana con le sue mille preoccupazioni, che finiscono per nascondere le realtà autentiche. Siffatta inquietudine è un principio di oltrepassamento, è un sentiero che dobbiamo percorrere se vogliamo giungere alla pace vera... Ho parlato di inquietudine e non di angoscia, perché mi sembra che l'angoscia sia sempre un male, dato che essa è, dopo tutto, chiusa in se stessa, e corre il rischio di generare una specie di gioia sadica. A mio modo di vedere le filosofie dell'esistenza fondate sull'angoscia portano in un vicolo cieco. Sono convinto che se sono suscettibili di rinnovamento, sarà possibile solo attraverso una meditazione sulla speranza e sulla gioia; ho detto la gioia, non ho detto la soddisfazione, perché quest'ultima non fa leva che sull'avere, ed è certamente legata a ciò che in noi esiste di piú transeunte. Ma la gioia, comunque, non esclude l'inquietudine... perché essa è, in ultima analisi, l'aspirazione d'un meno d'essere a un piú d'essere ed è ben possibile che essa non possa trovare il suo termine che al di là dei ristretti confini entro cui scorre la nostra esistenza apparente, in una contemplazione piena d'amore che non può esser altro che una partecipazione. Se l'uomo è essenzialmente un viaggiatore, egli è in cammino verso un fine di cui si può dire, contemporaneamente e contraddittoriamente, che gli è visibile e invisibile.

 

(G. Marcel, L'uomo problematico)