Orazio, Carpe diem

Che il poeta si sia ispirato ad Alceo non importa; questa concezione della vita e del tempo, giustamente famosa, è legata ad Orazio e alla straordinaria efficacia con cui l’ha espressa.

 

Carminum I, 11

 

           1       Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi

           2       finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios

           3       temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,

           4       seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,

           5       quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare

           6       Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi

           7       spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida

           8       aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

 

1.                   Non domandarti – non è giusto saperlo – a me, a te

2.            quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,

3.            o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:

4.            se molti inverni Giove ancor ti conceda

5.            o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde

6.            del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino

7.            – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo

8.            e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.