Parsons, Personalità e sistemi sociali

Talcott Parsons (1902-1979), sociologo americano, considerava l’ordine sociale non come qualcosa di naturale per l’uomo, ma il frutto di un’interazione di elementi particolarmente complessa e comunque in una stabilità sempre precaria.

In questa lettura egli afferma che il rapporto fra la personalità e i sistemi sociali è quello della reciproca interazione, ma i due elementi sono e devono rimanere distinti.

 

T. Parsons,  Il sistema sociale, Comunità, Milano, 1965, pagg. 11-20

 

Deve essere ben chiaro che la rilevanza dell’inter-azione non rappresenta l’elemento distintivo del sistema sociale rispetto al sistema della personalità. In termini piú espliciti, l’inter-azione è altrettanto costitutiva cosí della personalità come di un sistema sociale. A base della differenza tra personalità e sistemi sociali c’è piuttosto il centro funzionale dell’organizzazione e dell’integrazione. La personalità è il sistema relazionale di un organismo vivente che inter-agisce con una situazione; il suo centro di integrazione è l’unità organismo-personalità come entità empirica. I meccanismi della personalità devono essere compresi e formulati in rapporto ai problemi funzionali di questa unità. Il sistema di relazioni sociali nelle quali il soggetto agente è coinvolto non ha semplicemente un significato situazionale, ma è direttamente costitutivo della personalità stessa. Ma anche quando queste relazioni sono strutturate in maniera uniforme per un gruppo di individui, non ne consegue che i modi in cui questi “ruoli” uniformi sono strutturati siano costitutivi di ognuna delle varie personalità nello stesso modo. Ognuno è integrato in un diverso sistema di personalità e, di conseguenza, non “significa esattamente la stessa cosa” per due soggetti. La relazione della personalità con una struttura uniforme di ruolo è una relazione di inter-dipendenza e di interpenetrazione, non già una relazione di “inclusione” in cui le proprietà del sistema della personalità siano costituite dai ruoli da cui è “composta”.

Vi sono, come vedremo, omologie importanti tra la personalità e il sistema sociale; ma si tratta appunto di omologie e non di una relazione macrocosmo-microcosmo – e tale distinzione è fondamentale. Infatti lo scarso peso accordato a queste considerazioni è alla base di molte difficoltà teoriche della psicologia sociale, specialmente quando essa ha cercato di “estrapolare” dalla psicologia individuale per giungere all’interpretazione motivazionale dei fenomeni di massa, oppure quando essa ha, viceversa, postulato uno “spirito di gruppo”.

Da queste considerazioni deriva che tanto la struttura dei sistemi sociali quanto i meccanismi motivazionali del loro funzionamento devono essere categorizzati a un livello indipendente sia dalla personalità che dalla cultura. Detto in termini approssimativi, il tentativo di considerare la struttura sociale come una parte della cultura o la “motivazione sociale” come psicologia applicata, nel senso di una applicazione diretta della teoria della personalità, comporta – per quanto tale procedimento possa parere allettante – un grave pericolo.

La formula corretta è diversa: e cioè che gli elementi fondamentali della teoria dei sistemi sociali, al pari di quelli della personalità e della teoria della cultura, sono comuni a tutte le scienze dell’azione. Ciò è vero non di alcune soltanto, ma di tutte. Però i modi in cui questi materiali concettuali devono essere adoperati per la costruzione di strutture teoriche non sono gli stessi nel caso dei tre centri principali della teoria dell’azione. La psicologia come scienza della personalità non è quindi il “fondamento” della teoria dei sistemi sociali, ma è uno dei rami principali del grande albero della teoria dell’azione, di cui la teoria dei sistemi sociali costituisce un ramo diverso. Il fondamento comune non è la teoria dell’individuo come unità della società, ma è la teoria dell’azione come la “materia prima” con cui sono costruiti sia i sistemi della personalità sia i sistemi sociali. [...]

Il centro di quest’opera è perciò rappresentato, nell’ambito dello schema di riferimento dell’azione quale è stato delineato, dalla teoria dei sistemi sociali. Essa è in rapporto sia con la personalità che con la cultura, ma considerate non come fine a se stesse, bensí piuttosto nella loro incidenza sulla struttura e sul funzionamento dei sistemi sociali. Nell’ambito dei sistemi di azione, il sistema sociale costituisce – come si è rilevato – un centro indipendente tanto di organizzazione empirica dell’azione quanto di analisi teorica.

 

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. III, pagg. 815-816