Pascal, Tre ordini di grandezza

Questo Pensiero è stato considerato come la chiave di volta, la sintesi conclusiva dell'intero itinerario filosofico pascaliano. Esistono tre generi di “grandezza”: la grandezza terrena, la grandezza degli uomini di pensiero, la grandezza della saggezza. Ognuno di essi ha i propri valori, il proprio “impero”, il proprio “splendore”, le proprie “vittorie”.

 

B. Pascal, Pensieri, S. 795; B. 793

 

795. La distanza infinita che intercede tra i corpi e gli spiriti adombra la distanza infinitamente piú infinita tra gli spiriti e la carità, perché questa è soprannaturale.

Tutto lo splendore delle grandezze terrene non ha nessun lustro per coloro che sono impegnati nelle ricerche intellettuali.

La grandezza degli uomini di pensiero è invisibile ai re, ai ricchi, ai condottieri di eserciti, a tutti i grandi della carne.

La grandezza della saggezza, che non è nulla se non viene da Dio, è invisibile alle persone carnali e agli uomini di pensiero. Sono tre ordini di genere diverso.

I grandi genî hanno il loro impero, il loro splendore, le loro vittorie, il loro lustro, e non hanno nessun bisogno delle grandezze carnali, che non li riguardano affatto. Son veduti non dagli occhi, ma dalle menti: e ciò basta loro.

I santi hanno il loro impero, il loro splendore, le loro vittorie, il loro lustro, e non hanno nessun bisogno delle grandezze carnali o intellettuali, che non aggiungono né tolgono loro nulla. Sono veduti da Dio e dagli angeli, non dai corpi né dalle menti curiose: a loro basta Dio.

Archimede, anche senza lustro mondano, sarebbe venerato egualmente. Non ha dato battaglie per gli occhi, ma ha donato a tutte le menti le sue invenzioni. Oh, come sfolgorò alle menti!

Gesú Cristo, senza ricchezze e senza nessuna manifestazione esteriore di scienza, sta nel proprio ordine di santità. Non fece invenzioni, non regnò; ma fu umile, paziente, santo, santo a Dio, terribile ai demoni, senza peccato. Oh! come venne in gran pompa e in prodigiosa magnificenza agli occhi del cuore, che vedono la saggezza!

Ad Archimede sarebbe stato inutile fare il principe nei suoi libri di geometria, sebbene fosse tale.

A Nostro Signore Gesú Cristo sarebbe stato inutile, per splendere nel suo regno di santità, venire da re; ma egli venne con lo splendore del suo ordine.

È ridicolo scandalizzarsi della bassezza di Gesú Cristo, come se tale bassezza fosse del medesimo ordine della grandezza che venne a rivelare. Si consideri tale grandezza nella sua vita, nella sua passione, nella sua oscurità, nella sua morte, nell'elezione dei suoi, nel loro abbandono, nella sua segreta resurrezione e nel rimanente: la si vedrà cosí grande che non ci sarà piú da scandalizzarsi per una bassezza che non c'è.

Ma certuni sanno ammirare soltanto le grandezze carnali, come se non ce ne fossero di spirituali; e altri ammirano solo quelle intellettuali, come se nell'ordine della saggezza non ce ne fossero di infinitamente piú elevate.

Tutti i corpi, il firmamento, le stelle, la terra e i suoi reami non valgono il minimo tra gli spiriti, perché questo conosce tutto ciò e se stesso; e i corpi, nulla.

Tutti i corpi insieme e tutti gli spiriti insieme e tutte le loro produzioni non valgono il minimo moto di carità. Questo è di un ordine infinitamente piú elevato.

Da tutti i corpi presi insieme non si potrebbe far scaturire un piccolo pensiero: è impossibile, e di un altro ordine. Da tutti i corpi e da tutti gli spiriti non si potrebbe trarre un sol moto di vera carità: ciò è impossibile, di un altro ordine, soprannaturale.

 

(B. Pascal, Pensieri, a cura di P. Serini, Einaudi, Torino, 1967, pagg. 341-342)