PROUDHON, L'ESEMPIO DI ACHILLE E AIACE

 

Achille e Aiace sono o non sono associati? In questo consiste tutto il problema. Se Achille e Aiace, lungi dall'essere associati, sono essi stessi al servizio di Agamennone che li assolda, non c'è niente da dire sulla regola di Aristotele: il padrone che comanda degli schiavi può promettere doppia razione d'acquavite a chi farà doppia corvée. È la legge del dispotismo, è il diritto della schiavitù. Ma se Aiace e Achille sono associati, sono eguali. Che importa se Achille sia forte come quattro uomini e Aiace come due soltanto! Questi può sempre rispondere ch'egli è libero; che se Achille è forte come quattro, cinque lo uccideranno; infine, che servendo con la propria persona, lui, Aiace, rischia tanto quanto Achille. Lo stesso ragionamento vale anche per Tersite: se non sa battersi, se ne faccia un cuoco, un fornitore, un cantiniere; se non è buono a niente, lo si metta all'ospedale: in nessun caso gli si può fare violenza ed imporgli delle leggi. Per l'uomo ci sono solo due stati possibili: essere nella società o fuori della società: Nella società le condizioni sono necessariamente uguali, salvo il grado di stima e di considerazione che ciascuno può raggiungere. Fuori della società l'uomo è una materia da sfruttare, uno strumento capitalizzato, spesso un bene mobile scomodo ed inutile.

 

(Proudhon, Che cos'è la proprietà?)