Reimarus, Rivelazione e ragione

Hermann Samuel Reimarus - secondo il modello del deismo inglese e francese - dimostra l'inutilità della Rivelazione allo scopo di far conoscere Dio agli uomini. La Rivelazione, anzi, costituisce un ostacolo per chi faccia un uso corretto della ragione.

 

[H. S. Reimarus], Frammenti dell'Anonimo di Wolfenbüttel pubblicati da G. E. Lessing, III, 20

 

Una fede ragionevole nella Rivelazione è una cosa del tutto impossibile per quella che è di gran lunga la parte maggiore del genere umano; giacché in primo luogo devono essere diffusi a tutti quanti gli uomini l'annuncio e le notizie fondamentali della Rivelazione, e tradotti in tutte le lingue del mondo; ciascuno deve essere giunto all'età in cui si è pienamente in grado di comprendere; deve concepire in precedenza il desiderio di sottoporre a esame tale Rivelazione, e non essere trattenuto dal far ciò da nessun pregiudizio o da nessuna forza esterna; deve avere il libro a portata di mano e poterlo leggere e, una volta letto, comprenderlo e spiegarlo, e trarne fuori una dottrina con il solo aiuto della propria intelligenza; quindi, dopo di questo, giudicarne imparzialmente della verità del racconto, delle dottrine e del carattere divino delle profezie e dei miracoli, cosicché ciascuno, anche se gli potessero essere date in mano tutte le notizie fondamentali, dovrebbe in piú possedere dal canto suo la conoscenza di molte lingue, delle antichità, della storia, della geografia, della cronologia, e inoltre riflessione, perizia nell'esegesi, conoscenze filosofiche e altre scienze, acume ed esercizio della ragione, rigore e libertà di pensiero. E tutto ciò se egli non vuole credere ciecamente, ma se vuole veramente sapere che cosa, e a chi, e perché egli crede; ciò che, tra un milione di appartenenti a tutto il genere umano, può essere richiesto appena a uno. [...]

Una fede nella Rivelazione che si fondi su sufficiente ricerca e convinzione, o che si accontenti di ciò che genitori e maestri, catechismo e Bibbia dicono: nell'uno e nell'altro caso è chiaro che una Rivelazione, che tutti gli uomini e ogni singolo possano e debbano accettare senza alcuna possibilità di giustificazione, è cosa totalmente impossibile. Nella sua sapienza e bontà Dio, se vuol rendere beati tutti quanti gli uomini, non può rendere mezzo necessario e unico per la beatitudine ciò che alla grande maggioranza di essi è impossibile ad attuarsi; ne consegue che la Rivelazione non deve essere necessaria, né l'uomo deve essere fatto per la Rivelazione. Rimane quindi una unica via per la quale una cosa possa veramente diventare universale: la lingua e il libro della natura, le opere di Dio e le tracce della perfezione divina che in essa si mostrano chiaramente come in uno specchio a tutti gli uomini, ai dotti come agli indotti, ai barbari come ai Greci, agli Ebrei come ai cristiani, in tutti i luoghi e in tutti i tempi.

 

(R. Ciafardone, L'illuminismo tedesco, Loescher, Torino, 1983, pagg. 212-213)