Scholem, Sull’eclissi del sacro

G. Scholem (1897-1982) filosofo tedesco di origine ebraica, sensibile alle idee di un ritorno in Palestina come espressione del “risveglio ebraico”, nel 1929 si trasferí a Gerusalemme e interpretò questo trasferimento come un “ritorno a casa”. Importanti i suoi studi sulla millenaria tradizione ebraica, intesa come dialogo fra le generazioni, e sulla Cabbala. Siamo negli anni Settanta e il processo di desacralizzazione e laicizzazione è al culmine. Lo studioso dell’ebraismo esprime in questa breve lettura la sua angoscia e la sua speranza.

 

G. Scholem, F. Rosenzweig et son livre l’Etoile de la Redemption, in AA. VV., Franz Rosenzweig, “Les chaiers de la nuit surveillée”, 1, Paris, 1982, pag. 25, trad. it. di E. Baccarini

 

“Il Dio che nella psicologia è stato sostituito dall’uomo e nella sociologia dal mondo non ha piú voluto abitare nei cieli. Egli ha lasciato il trono della giustizia al materialismo dialettico e il trono della misericordia alla psicoanalisi. Egli si è ritirato nelle sue dimore e non si rivela piú... Ma veramente egli non si rivela piú? Bisogna forse considerare che è in questa ultima contrazione che si svela? Forse il congedo di Dio avviene perché non si ha piú bisogno di lui? Solo quando una creatura si è liberata dal Creatore egli stabilisce in lei il suo regno secondo l’adagio: “Sono stato invitato a rispondere quando non mi avevano interrogato; mi hanno trovato quando non mi avevano cercato”?

 

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. V, pagg. 165-166