Schopenhauer, Aforismi

Terminiamo la rassegna delle letture di Schopenhauer con alcuni aforismi.

 

A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, II, 30

 

Se io dico “in un altro mondo”, la domanda “dov’è l’altro mondo?” scaturisce da una grave incomprensione. Ciò che unicamente dà un significato a ogni “dove” è, infatti, lo spazio, il quale appartiene proprio a questo mondo; al di fuori di esso non vi è un “dove”. Pace, quiete e beatitudine soltanto là possono esistere, dove non vi è né “dove”, né “quando”.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pag. 721

A. Schopenhauer, Nuovi Paralipomeni, 290

La visibilità delle cose, quest’unico aspetto innocente del mondo, la pura rappresentazione, nella quale si mostrano in modo cosí chiaro e significativo le molteplici forme distinte nelle quali la volontà si manifesta – è cosí bella che c’incatena all’esistenza come al luogo piú chiaro e luminoso: e noi dinanzi alla morte rabbrividiamo soprattutto perché scorgiamo in essa quelle tenebre, dalle quali un giorno ci distaccammo e alle quali ritorneremo. Ma io credo che quando la morte avrà chiuso i nostri occhi, noi ci troveremo in una luce, al cui confronto la nostra luce solare non è che ombra.

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pag. 721

 

A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, cap. XLI

Ciò che per l’individuo è il sonno, è per la volontà , concepita come cosa in sé, la morte. Rinfrescato dal sonno della morte e provvisto di un altro intelletto – è questa la lete per lui – l’individuo risorge quale essere nuovo: “verso nuove rive lo chiama un nuovo giorno!”

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 1183

 

A. Schopenhauer, Nuovi Paralipomeni, cap. X, § 305

Voi vi lagnate della fuga del tempo: esso non fuggirebbe in modo cosí irresistibile se vi fosse in esso qualche cosa degna di essere trattenuta.

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 107

 

A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, § 570

La morte acquieta l’invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 119

 

A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, § 571

La misantropia e l’amore della solitudine sono concetti affini.

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 119

 

A. Schopenhauer, Nuovi Paralipomeni, § 590

Si ha ragione di cercare gli esseri umani o di evitarli, a seconda che si tema di piú la noia o il dispiacere.

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 130

 

A. Schopenhauer, Nuovi Paralipomeni, § 28

In quanto la filosofia non è conoscenza secondo il principio della ragione sufficiente, ma conoscenza dell’idea, essa infatti deve essere annoverata nel numero delle arti...Siccome ogni esprimere in concetti è un sapere, la filosofia è perciò una scienza: in realtà essa è un intermedio fra arte e scienza, o piuttosto ciò che unisce in sé arte e scienza.

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 163

 

A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, vol. II, pag. 692

Alla Madonna Sistina.

Ella lo porta nel mondo

ed Egli guarda atterrito

nella caotica confusione dei suoi errori,

nella selvaggia frenesia del suo furore,

nell’insana follia della sua attività,

nel dolore mai acquietato dei suoi tormenti,

guarda atterrito: eppure irradia

pace e fiducia e splendore di vittoria

il suo occhio, che già annunzia l’eterna liberazione.

 

A. Schopenhauer, Introduzione alla filosofia e scritti vari, Paravia, Torino, 1960, pag. 181