René A. Spitz (Vienna 1887-Denver 1974) in questo brano si
sofferma a considerare l’importanza che riveste per il bambino, soprattutto nei
primi mesi di vita, l’atteggiamento affettivo della madre, che serve da
orientamento per il lattante. Il comportamento della madre è a sua volta
influenzato dalla personalità del bambino: si crea quindi un processo
circolare. Spitz sottolinea che nella coppia madre-bambino, la madre
rappresenta l’“ambiente”, in quanto nella nostra civiltà tutte le influenze
ambientali e culturali arrivano al bambino attraverso la madre (o il suo
sostituto), ed è quindi determinante l’influenza che il suo atteggiamento
esercita sullo sviluppo psichico del bambino.
R. Spitz, Il primo anno di vita
del bambino
Raramente ci si tende conto della grande importanza della
madre nei processi di apprendimento e di presa di coscienza del bambino. Ancor
piú raramente ci si rende conto dell’importanza primordiale che in questo
processo hanno i sentimenti della madre, cioè quello che noi chiamiamo
atteggiamento affettivo. La tenerezza della madre le permette di offrire al
bambino una ricca gamma di esperienze vitali; il suo atteggiamento affettivo
determina la qualità delle esperienze stesse. Ognuno di noi percepisce
affettivamente e reagisce alle manifestazioni affettive. Questo vale ancor piú
per il bambino, il quale percepisce affettivamente in modo assai piú
pronunciato dell’adulto. Nei primi tre mesi le esperienze del bambino sono
esclusivamente di ordine affettivo; il sensorio, la capacità di
discriminazione, l’apparato percettivo non sono ancora sviluppati dal punto di
vista psicologico e forse neppure dal punto di vista fisico. Quindi è
l’atteggiamento affettivo della madre che serve di orientamento per il
lattante.
Naturalmente le differenze individuali fra le madri sono
infinite. La gamma dei sentimenti, delle risposte e dei comportamenti affettivi
è assai varia in ogni madre. A sua volta questa gamma di cui ogni madre dispone
sarà influenzata dalle attitudini e dalla personalità del bambino in un
processo circolare. Il bambino è nato col suo patrimonio congenito individuale
e questo esercita influssi diversi sui sentimenti della madre. A seconda della
personalità di questa, le differenze saranno assai varie a seconda che il
bambino sia precoce o tardivo, facile o difficile, gentile o capriccioso.
Possiamo anticipare qui un esempio di una di queste
relazioni: la cronologia che abbiamo descritto è approssimativa e grossolana.
Abbiamo detto che il bambino risponde al sorriso nel terzo mese, ma questo non
è esatto. Si tratta infatti di un valore medio. Le risposte del sorriso
registrate nei nostri film cominciano già al 26° giorno, in un bambino
particolarmente precoce. D’altra parte si può avere con facilità un ritardo. A
volte il bambino può rispondere col sorriso solo a 6 mesi. Si può immaginare
facilmente quale importanza abbiano queste variazioni per le reazioni della
madre. Inoltre ci si deve rendere conto che il sorriso è solo una delle
manifestazioni, ed anche una di media entità, fra le numerose relazioni che si
stabiliscono fra madre e figlio.
Si può obiettare che la madre non è l’unico essere umano
che ,attornia il bambino, che esistono anche il padre, i fratelli, le sorelle i
quali logicamente hanno la loro importanza. Inoltre anche l’ambiente culturale
ha il suo valore, anche nel primo anno. Questo è un dato innegabile; tuttavia
nella nostra civiltà occidentale tutti questi influssi raggiungono il bambino
tramite la madre o il suo sostituto. Per questo motivo ho polarizzato il mio
interesse sul problema dei rapporti madre-bambino. Questo rapporto è il fattore
variabile nella vita del bambino, durante i primi tre mesi. In effetti questo
fattore, particolare dal punto di vista psicologico, è quello che meglio si
presta all’influsso dell’azione profilattica e terapeutica nella prima
infanzia, e merita quindi non solo la nostra attenzione, ma anche uno studio
assiduo.
Nel rapporto madre-bambino, la madre rappresenta il fattore
ambientale o, se si preferisce, si può dire che la madre rappresenta
l’ambiente. Contrapposto a questo fattore sta il corredo congenito del bambino,
che a questo punto è costituito soprattutto dal problema della maturazione e
dell’“Anlage”.
Non è possibile trascurare l’importanza dello sviluppo
nervoso nei primi mesi, anzi, nei primi anni di vita. Questo sviluppo rende
possibile azioni e comportamenti, che in caso contrario non sarebbero
assolutamente possibili. Ci sono funzioni che hanno una maturazione
fisiologica, indipendente solo fino ad un certo punto dall’azione ambientale.
Esistono nel processo evolutivo certe serie e progressioni che sono congenite.
È inutile dilungarsi su questo problema. I due fattori interagenti sono
quindi la madre, con la sua individualità già formata, ed il bambino con una
individualità in via di formazione. I due elementi madre e bambino non
vivono in vacuum, ma in un ambiente economico-sociale, nel quale i membri della
famiglia sono i fattori determinanti primari, mentre il gruppo, la cultura, la
nazione, l’epoca storica e la tradizione sono fattori a piú ampio raggio.
Esamineremo piú avanti i due fattori che, secondo l’espressione di Margaret
Mahler costituiscono la simbiosi madre-bambino.
R. Spitz, Il primo anno di vita
del bambino. Genesi delle prime relazioni oggettuali, Giunti-Barbera,
Firenze, 1972, pagg. 29-31