Stirner, Dio e l’uomo

La lotta compiuta dalla filosofia moderna contro Dio si è conclusa con l’Uomo, che ha preso il suo posto. Ma l’Uomo non siamo noi, esso è un altro principio immaginario come lo era Cristo.

 

M. Stirner, L’unico e la sua proprietà

 

All’inizio dell’età moderna sta l’“uomo-dio”. Alla sua fine scomparirà soltanto una parte dell’uomo-dio, e cioè il dio? Ma può veramente morire l’uomo-dio se in lui muore soltanto il dio? Non si è riflettuto su questo problema, poiché si pensava di aver già fatto tutto portando vittoriosamente a compimento, ai giorni nostri, l’opera dell’illuminismo, il superamento di Dio; non si è notato che l’uomo ha ucciso Dio soltanto per diventare lui stesso – “unico Dio nei cieli”. L’aldilà fuori di noi è stato certo spazzato via e la grande impresa degli illuministi è compiuta; ma l’aldilà dentro di noi è diventato un nuovo cielo che ci invita a nuove scalate celesti: il Dio ha dovuto far posto non a noi, ma all’uomo. Come potete credere che l’uomo-dio sia morto, se prima, in lui, non è morto, oltre al dio, anche l’uomo?

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Se ultimamente l’accento fu posto sull’uomo e sull’umanità, era però ancora l’idea a venir “proclamata per l’eternità”:L’uomo non muore!”. Si credette di aver trovato cosí la realtà dell’idea: l’uomo è l’io della storia, della storia universale: è lui, questa entità ideale, a svilupparsi davvero, cioè a realizzarsi. Egli è la vera entità reale, corporale, perché la storia è il suo corpo, di cui i singoli sono le membra. Cristo è l’io della storia universale, persino di quella precristiana; nella concezione moderna questo io è l’uomo, la figura di Cristo si è sviluppata nella figura dell’uomo; è l’uomo come tale, l’uomo di per sé, il “punto centrale della storia. “Nell’uomo” si ripresenta il principio immaginario; perché “l’uomo” è tanto immaginario quanto lo è Cristo. “L’uomo”, in quanto io della storia universale, chiude il ciclo delle concezioni cristiane.

 

M. Stirner, L’unico e la sua proprietà, Adelphi, Milano, 1979 , pagg. 163 e 379