Stirner, Il primato della morale

La lotta contro la religione ha fatto emergere il primato della morale, che cosí a sua volta è diventata una religione.

 

M. Stirner, L’unico e la sua proprietà

 

Poiché questa moralità perfezionatasi in umanismo si è staccata completamente dalla religione, dalla quale storicamente era derivata, niente le impedisce di diventare per conto proprio una nuova religione. Infatti, fra religione e moralità sussiste una differenza soltanto finché i nostri rapporti col mondo degli uomini vengono regolati e santificati dal nostro legame con un essere sovrumano, oppure finché le nostre opere sono compiute “per amore di Dio”. Ma quando si arriva al punto che “per l’uomo l’essere supremo è l’uomo”, scompare quella differenza e la moralità, sottratta a questo modo dalla sua posizione subordinata, si perfeziona e diventa religione. In questa maniera, infatti, l’uomo, che fino ad ora era l’essere piú alto dopo l’essere supremo, raggiunge la supremazia assoluta e noi ci comportiamo nei suoi confronti come verso l’essere supremo, ossia religiosamente. La moralità e la devozione religiosa ridiventano cosí sinonimi come all’inizio del cristianesimo, e soltanto perché l’essere supremo è cambiato un comportamento santo non si chiama piú “santo”, ma “umano”. Quando la moralità vince, si compie un cambiamento completo: abbiamo un nuovo signore.

Dopo l’annientamento della fede, Feuerbach s’immagina di approdare nel porto dell’amore, che egli ritiene sicuro. “La prima e suprema legge dev’essere l’amore dell’uomo per l’uomo. Homo homini Deus est: questo è il sommo principio pratico, questo il punto di svolta della storia universale”. Ma in realtà è cambiato solo il Dio, il Deus; l’amore è rimasto: prima era amore per il Dio sovrumano, adesso amore per il Dio umano, per l’homo in quanto Deus. L’uomo, dunque, è per me – sacrosanto. E tutto ciò che è “veramente umano” è per me – sacrosanto! “Il matrimonio è santo in virtú di se stesso. E lo stesso vale per tutti gli altri rapporti morali. Santa è e dev’essere per te l’amicizia, santa la proprietà, santo il matrimonio, santo il bene di ogni uomo, ma santo in sé e per sé”. Non sembra un prete? Chi è il suo Dio? L’uomo! che cos’è il divino? L’umano! A questo modo il predicato si è davvero trasformato in soggetto e, invece del principio: “Dio è amore”, si dice: “L’amore è divino”, invece che “Dio si è fatto uomo” – “L’uomo si è fatto Dio”, ecc. Si tratta appunto soltanto di una nuova – religione. “Tutti i rapporti morali sono veramente tali, vengono rispettati veramente con senso morale, soltanto se valgono come religiosi in virtú di se stessi (senza la consacrazione e la benedizione del sacerdote)”. Il principio di Feuerbach: la teologia è antropologia, significa soltanto che “la religione dev’essere etica, l’etica solamente è religione”.

 

M. Stirner, L’unico e la sua proprietà, Adelphi, Milano, 1979, pagg. 66-67