M. STIRNER, L'UNICO

Ma che il singolo sia per sč solo una storia del mondo e che il rimanente della stņria universale sia cosa sua, č concetto che oltrepassa l'idea cristiana. Pel cristiano la storia rappresenta qualche cosa di superiore all'individuo, perchč essa č la storia di Cristo, ossia dell'uomo per eccellenza; per l'egoista invece non ha valore che la storia propria, poichč egli non intende a svolgere l'idea dell'umanitą, non i progetti divini, non le intenzioni della provvidenza, non la libertą, non l'individualitą sua. Egli non vede in sč stesso uno stromento dell' idea, un vaso divino ; egli non riconosce a sč prefissa alcuna missione; egli non ritiene d'esistere per contribuire allo sviluppo della societą umana; egli vive per sč senza curarsi se ciņ per l' umanitą sia un bene o un male. Se non temessi di esser frainteso, facendo credere altrui che io intenda lodare lo stato di natura, vorrei ricordare qui la poesia del Lena, " I tre zingari " — O che sono io forse al mondo per attuare delle idee ? Per contribuire col sacrificio del mio io a incarnare il concetto dello " Stato ", o a dar corpo all'idea della famiglia ammogliandomi e procreando dei figli? Che importa a me di tale missione? Io vivo tanto poco per una vocazione, quanto il fiore per il profumo. L'ideale dell'uomo non si attuerą se non quando si sarą invertita la tesi del concetto cristiano. Io, — l' Unico — sono l'uomo. La questione " che cosa č l'uomo "? Si muta cosi nella questione a chi č l'uomo? " Nel " che cosa " si cercava il concetto; nel " chi " la questione č senz'altro risolta, poichč la risposta č data da quello stesso che interroga. La risposta a quella domanda viene da sč. Si dice a proposito di Dio : " Non v' ha nome che valga a de. finirti ". La stessa cosa č dell'Io ; nessun concetto puņ esprimerlo, nessuna parola definirlo adeguatamente. E si dice ancora di Dio, ch'egli č perfetto e che perciņ non gli incombe alcuna missione di intendere alla perfezione. Ebbene, la stessa cosa si deve pur dire dell'Io. Padrone della mia forza sono io, nel momento in cui acquisto consapevolezza d'essere unico. Nell'unico il possessore si dissolve nel nulla creatore, dal quale č nato. Qualunque essere superiore a me, sia esso Dio o l'uomo, impallidisce al sole di questa mia coscienza d'esser l' Unico. Se in me stesso nell' " Unico ", io faccio convergere la mia causa, essa diventa proprietą del singolo da cui tutto si crea e che ogni cosa e sč stesso consuma; ed io potrņ dire veracemente: io ho riposto la mia causa nel nulla.