TUCIDIDE, LA STORIA CONTRO IL MITO

 

Le antiche vicende, dunque, risultano, alle mie ricerche, tali; difficile è certo farsene un’idea esatta, pur vagliando, in ordine, ogni testimonianza. Poiché gli uomini accettano gli uni dagli altri, senza alcuna ricerca critica, le voci che corrono sui fatti precedenti, anche se interessano il loro paese. [...] Era ben difficile la ricerca della verità perché quelli che erano stati presenti ai singoli fatti non li riferivano allo stesso modo, ma secondo che uno aveva buona o cattiva memoria, e secondo la simpatia per questa o quella parte. E forse la mia storia risulterà, ad udirla, meno dilettevole perché non vi sono elementi favolosi; ma sarà per me sufficiente che sia giudicata utile da quanti vorranno indagare la chiara e sicura realtà di quanto in passato è avvenuto e che un giorno potrà pure avvenire, secondo l’umana vicenda, in maniera uguale o molto simile. Appunto come un acquisto per l’eternità è stata essa composta, non già da udirsi per il trionfo nella gara di un giorno.

 

(Tucìdide, La guerra del Peloponnèso, I, 20 e 22, trad. di L. Annibaletto, A. Mondadori, Milano, 1952, p. 29-31)