TOMMASO D'AQUINO, NECESSITA' DELL'INTELLETTO POTENZIALE

 

C'è un intelletto che, rispetto alla conoscenza dell'ente universale (24), è attuato interamente. E tale è l'intelletto divino, che forma l'essenza di Dio, in cui originariamente e virtualmente preesiste tutto l'essere come nella prima causa. E quindi l'intelletto divino non è in potenza, ma è atto puro. Nessun intelletto creato, però, può ritenersi attuato rispetto alla totalità dell'ente universale, perché, se così fosse, dovrebbe essere infinito. Onde ogni intelletto creato, per il fatto di esistere, non è l'atto di tutti gl'intelligibili, ma dice rapporto agli stessi intelligibili come la potenza all'atto. L'intelletto umano, poi, è in principio come una « tabula rasa in cui nulla è scritto », come dice il filosofo nel III libro dell'anima. E questo si vede chiaramente dal fatto che agl'inizi siamo intelligenti solo in potenza, in seguito poi lo diveniamo in atto.

 

(Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, p. I, q. 79, art. 2)