Watson, Stimolo e risposta

John Broadus Watson (Greenville, South Carolina 1878-Woodburg, Connecticut 1958), fondatore del comportamentismo intende qui delimitare il campo di indagine, il metodo e i compiti della psicologia, considerata come un ramo della scienza naturale; essa deve proporsi di individuare le leggi per il controllo dell’azione umana in relazione all’adattamento dell’individuo all’ambiente. L’oggetto proprio della psicologia scientifica è il comportamento manifesto che deve essere studiato con il metodo sperimentale individuando la correlazione tra lo “stimolo” dell’ambiente e la “risposta” del soggetto. Si pone in questo modo la possibilità di prevedere, controllare, modificare il compertamento umano. Lo scritto da cui è tratto questo brano è stato pubblicato nel 1917.

 

J. B. Watson, Aspetti fondamentali del comportamentismo

 

II procedimento basato sul senso comune

 

La psicologia in quanto scienza del comportamento. La psicologia è un ramo della scienza che tratta le funzioni che sottostanno all’attività ed al comportamento dell’uomo. Il suo scopo è quello di pervenire, mediante osservazioni e sperimentazioni sistematiche, alla formulazione di una serie di principi e di leggi che consentano di precisare con un certo grado di esattezza i modi mediante i quali un individuo o gruppo di individui si adattano alle situazioni della vita quotidiana ed a quelle situazioni insolite e poco comuni con le quali vengono in contatto. Funzione della psicologia, per lo meno in parte e quella di stabilire le leggi o i principi validi per il controllo dell’azione umana, in modo tale da poter aiutare la società organizzata nei tentativi da essa effettuati di prevenire insuccessi per quando riguarda i suoi adattamenti all’ambiente. La psicologia dovrebbe essere in grado di guidare la società per quanto concerne le modalità da adottarsi nella modificazione dell’ambiente, in modo tale che esso si adatti al modo di agire del gruppo o dell’individuo; nel caso invece in cui l’ambiente non possa venir modificato, la psicologia dovrebbe indicare il modo mediante il quale l’individuo può venir modellato (spinto ad assumere nuove abitudini) per adattarsi all’ambiente. È necessario premettere sin dall’inizio che la psicologia non ha niente a che fare con la definizione dei criteri sociali dell’azione né con la istituzione dei criteri morali. Fa parte invece col compito della psicologia precisare se ed in che misura l’individuo è in grado di comportarsi conformemente con questi criteri ed in che modo è possibile controllarlo, cosí che esso si comporti conformemente con questi criteri. Dato che questi criteri sociali sono in costante evoluzione, è necessario che queste leggi di controllo o di addestramento siano generali ed esaustive.

Quando la si valuta sotto questo punto di vista, la psicologia è qualche cosa che ognuno di noi ha usato in maniera piú o meno ampia durante tutta la sua vita senza chiamarla psicologia. Apprendiamo a diventare saggi amministratori grazie ai successi ed agli insuccessi che abbiamo incontrato, nello stesso modo apprendiamo a stringere corretti rapporti interpersonali con i nostri colleghi e collaboratori. Insegniamo ai nostri bambini ad agire in certi modi. Devono mangiare con la forchetta, apprendere a vestirsi, a trattare i loro compagni di gioco nello stesso modo in cui loro vogliono essere trattati, ad acquisire padronanza delle tre R ed alla fine ad imparare un mestiere od una professione. Noi li guidiamo con abilità o maldestria lungo tutto questo viaggio, che va dall’infanzia fino a che non hanno piú bisogno di noi.

 

Il procedimento scientifico

 

Un’analisi dettagliata dell’oggetto della psicologia scientifica. In quanto scienza, la psicologia ha il compito di scoprire i complessi fattori che sottostanno allo sviluppo ed alla regolamentazione del comportamento umano dall’infanzia fino alla vecchiaia. Ad una prima analisi sembrerebbe che questo programma trascuri di prendere in considerazione molti dei fattori che invece dovrebbero interessare la psicologia. Questo è vero dal punto di vista storico. Tuttavia quando esaminiamo i bisogni pratici e scientifici della vita, siamo pronti ad ammettere che, dopo tutto, il compito della psicologia è proprio quello di occuparsi dell’adattamento all’ambiente; di quello che l’individuo è in grado di fare indipendentemente dall’apprendimento; di che cosa l’uomo può imparare a fare e quali sono i metodi migliori per addestrarlo; ed infine in che modo possiamo evocare su richiesta l’azione necessaria, una volta che si siano sufficientemente sviluppati i diversi sistemi di istinti e di abitudini. Per far fronte a queste richieste dobbiamo necessariamente studiare le cose semplici e complesse che evocano l’azione nell’uomo; a che età l’individuo è in grado di rispondere ai diversi stimoli sensoriali, semplici o complessi che siano; a che età il suo comportamento manifesta la presenza dei diversi istinti e quali sono le situazioni che li producono. Quali sono le costellazioni di atti istintuali o, detto in altri termini l’individuo umano, indipendentemente dall’apprendimento, esegue atti complessi nello stesso modo istintuale osservato negli animali inferiori? In caso positivo, qual è il patrimonio istintuale di cui è in possesso l’uomo? Quando si manifesta l’attività emozionale, quali sono le situazioni che la evocano e quali sono gli atti speciali che possono venire osservati nel comportamento emozionale? A che età possiamo osservare il manifestarsi delle abitudini nei bambini? Quali sono i metodi speciali che siamo in grado di perfezionare, per instaurare rapidamente e con sicurezza le abitudini corporali e linguistiche che la società richiede? E quali sono i metodi che consentono la loro ritenzione? Troviamo nei bambini dei patrimoni speciali ed individuali? E questi si sviluppano formando poi la base per la scelta di una determinata professione o forgiando un certo tipo di personalità? Esistono fattori quali per esempio conflitti tra abitudini ed istinti? Distorsioni delle abitudini ed emozioni? In che modo queste si manifestano e come è possibile sviluppare metodi, in grado di modellare l’ambiente in cui vive l’individuo, in modo tale che questi conflitti non sorgano?

Stimolo e risposta. La descrizione generale qui presentata dell’oggetto della psicologia è di ben scarso aiuto, per quanto riguarda l‘analisi di problemi particolari della condotta e del comportamento umano. Al fine di programmare un approccio sperimentale nei confronti dei problemi psicologici, è necessario ridurre ogni problema ai suoi termini piú semplici. Se diamo un’occhiata all’elenco su presentato di argomenti ed ai relativi esempi pratici, vediamo che ci sono dei fattori comuni che sottostanno ad ogni forma di azione umana. In ogni adattamento, c’è sempre sia una reazione o risposta sia uno stimolo o situazione-stimolo che la suscita. Senza andare troppo al di là dei fatti, possiamo affermare che lo stimolo è sempre costituito dall’ambiente esterno al corpo o dai movimenti dei muscoli e dalle secrezioni ghiandolari e che le risposte hanno luogo subito dopo la presentazione dello stimolo. A dir la verità queste sono delle pure e semplici assunzioni, anche se sembrano avere un valore fondamentale per la psicologia. Prima di poter accettare o abbandonare questi concetti dovremo esaminare la natura dello stimolo e quella della risposta. Se ci limitiamo, ora come ora, ad accettarli, possiamo dire che il compito della ricerca psicologica è quello di individuare dati ed elaborare leggi, per cui dato lo stimolo la psicologia sia in grado di prevederne la risposta, oppure data la risposta sia possibile prevedere la natura dello stimolo che l’ha effettivamente prodotta.

Uso del termine stimolo. In psicologia usiamo il termine stimolo nello stesso modo in cui è usato in fisiologia. L’unica diversità è che in psicologia siamo costretti ad estenderne in qualche modo l’uso. Parliamo di stimoli quando nel laboratorio di psicologia ci troviamo ad aver a che fare con fattori relativamente semplici quali l’effetto prodotto da onde d’etere di diversa lunghezza, quello prodotto dalle onde sonore ecc. e cerchiamo di isolare questi effetti per quanto riguarda l’adattamento dell’uomo. D’altro lato parliamo di situazioni quando i fattori che portano alla risposta sono piú complessi, cosa che per esempio si verifica nel caso dei fenomeni sociali. Naturalmente la situazione è in ultima analisi riconducibile ad un gruppo complesso di stimoli. A titolo esemplificativo possiamo citare i raggi di luce composti di diverse lunghezze d’onda; le onde sonore che differiscono per quanto riguarda l’ampiezza, la lunghezza, la fase e loro varie combinazioni; le particelle gassose aventi diametri cosí piccoli da poter influenzare la membrana del naso, soluzioni che contengono particelle aventi dimensioni tali da attivare le papille gustative; oggetti solidi che stimolano la pelle e la membrana mucosa; stimoli radianti che producono risposte termiche; stimoli nocivi quali tagliarsi, pungersi e tutti gli altri che danneggiano il tessuto del corpo. Infine anche i movimenti dei muscoli e l’attività delle ghiandole funzionano da stimoli, in quanto stimolano i terminali nervosi presenti nelle fibre muscolari.

È necessario qui sottolineare il fatto che solo condizioni sperimentali eccezionali siamo in grado di stimolare l’organismo con un solo stimolo. La vita presenta invece gli stimoli in combinazioni confuse. Mentre voi state scrivendo, venite stimolati da un sistema complesso – gocce di sudore imperlano le vostre sopracciglia, la penna tende a scivolare via, ecc.

I raggi di luce riflessi dalla carta permettono di mettere a fuoco l’immagine fisica delle parole. La stimolazione complessiva è costituita dalla visione delle sedie, dai rumori della strada ecc. Cosa ancora piú importante però è che con strumenti sofisticati è possibile mostrare che i vostri meccanismi vocali (lingua, muscoli della laringe, ecc.) sono in costante movimento, anche se non state parlando a voce alta: articolandosi secondo schemi abituali, questi movimenti della laringe servono prevalentemente da stimoli, in grado di produrre i movimenti della mano consistenti nello scrivere. Un altro importante elemento è il fatto che vi troviate ora nella sala delle conferenze, di fronte al vostro istruttore e circondati dai vostri compagni di corso. II mondo della stimolazione è quindi estremamente complesso. Conviene pertanto parlare della massa totale di elementi-stimolo, che portano l’uomo a reagire ad essa in modo globale ed unitario. Le situazioni possono essere del tipo piú semplice oppure presentare il massimo di complessità. Infine è necessario notare che ci sono molte forme di energia fisica, che non influenzano direttamente i nostri organi sensoriali. [...]

 

Giuseppe Mucciarelli, La psicologia nel sentiero contemporaneo, G. D’Anna, Messina-Firenze, 1981, pagg. 40-44