KARL MARX: NELL’INDUSTRIA SI RIVELA LA POTENZA DELL’UOMO

 

 

“Si vede come la storia dell’industria e l’esistenza oggettiva già formata dell'industria sia il libro aperto delle forze essenziali dell’uomo (das aufgeschlagne Buch der menschlichen Wesenskräfte), la psicologia umana, presente ai nostri occhi in modo sensibile. Questa storia dell’industria sino ad oggi è stata intesa non nella sua connessione con l’essere dell’uomo (in ihrem Zusammenhang mit dem Wesen des Menschen), ma sempre soltanto in una relazione esteriore d’utilità, per il fatto che muovendosi nell’ambito dell’estraniazione (Entfremdung), non si è saputo far altro che prendere in considerazione l’esistenza universale dell’uomo, la religione o la storia nella loro essenza universale e astratta, cioè come politica, come arte, come letteratura, ecc., come realtà delle forze essenziali dell'uomo e come atti dell’uomo in quanto essere appartenente ad una specie. Nell’industria ordinaria, materiale, noi abbiamo dinanzi a noi oggettivate le forze essenziali dell’uomo sotto forma di oggetti sensibili, estranei, utili, sotto forma dell’estraniazione: questa industria può essere considerata tanto come una parte del movimento universale, quanto come una parte speciale dell’industria, dato che ogni umana attività è stata sinora lavoro, e quindi industria, cioè attività resa estranea a se stessa (sich selbst entfremdete Tätigkeit)” . (K. Marx, “Manoscritti economico-filosofici del 1844”)