ALESSANDRO DI HALES

 

 

Alessandro di Hales, primo maestro francescano presso l’Università di Parigi, nacque a Hales (nei pressi di Gloucester) intorno al 1170-1180. Dal 1238 in poi, Alessandro cedette la cattedra al suo allievo Giovanni de la Rochelle. Morì il 15 agosto del 1245. Il suo nome resta legato alla poderosa opera Summa theologica: nell’Opus minus, Ruggero Bacone sostiene che i Frati Minori “gli hanno attribuito questa grande Summa di enorme peso e non fatta da lui, bensì da altri”. Bacone ha ragione e, insieme, torto: la Summa di Alessandro è infatti sicuramente frutto di una compilazione, ma non estranea ad Alessandro. Dal momento che Bonaventura la cita nel Preambolo alla seconda parte del suo Commento alle Sentenze, la Summa di Alessandro doveva esistere già intorno al 1250. Non sappiamo comunque a quando risalga di preciso. Per quel che possiamo ricostruire a partire da quell’opera, il pensiero di Alessandro si ispirava alla teologia agostiniana, impiegata però per risolvere alcuni nodi problematici che si erano imposti con la scoperta di Aristotele. Se dunque non possiamo sapere in cosa consistesse effettivamente il contributo filosofico di Alessandro, è comunque lecito ammettere che tra i suoi principali meriti vi fu quello di dare il primo impulso al gruppo dei teologi francescani ad assimilare il nuovo sapere filosofico con l’aiuto dei principi posti da Agostino di Ippona. Il pensiero di Alessandro fu proseguito – come si è detto – dal suo successore, Giovanni de la Rochelle, che morì l’8 febbraio del 1245. Forse allievo, sicuramente amico, di Roberto Grossatesta, Alessandro è rimasto famoso soprattutto per la vasta Summa theologica, che costituì un testo di riferimento importante per il pensiero teologico francescano, essendo prevalentemente una compilazione ispirata al pensiero di Agostino e dei Vittorini. Poiché – come si è detto – è forgiata sulla base di varie fonti, è difficile estrapolare dalla Summa il pensiero genuino di Alessandro. Egli è tuttavia autore di un commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, opera profondamente influenzata dall’agostinismo e solo a tratti dall’aristotelismo. La scelta di insegnare teologia attraverso un commento e non più direttamente sulla Bibbia accese una dura polemica ad Oxford, i cui maestri seguirono infine l’esempio di Alessandro, contrariamente alle direttrici del vescovo Roberto Grossatesta. Alessandro seguì in alcuni aspetti la cosiddetta metafisica della luce. Fra i suoi allievi più famosi si ricorda, oltre al già menzionato Giovanni della RochelleBonaventura da Bagnoregio, che ebbe nei confronti del suo maestro una sincera e profonda venerazione.

 


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