FILOSOFI E UMORISMO
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Ad Alcibiade che gli diceva che il minaccioso brontolio di Santippe era insopportabile, Socrate replicò:'Ma io mi ci sono abituato, come se udissi il rumore incessante di un argano. E tu - soggiunse - non sopporti lo starnazzare delle oche?'. E poiché Alcibiade obiettò:'Ma esse mi producono uova e paperi', Socrate replicò:'Ma anche a me Santippe genera i figli'" (Diogene Laerzio, "Vite dei filosofi" II, 36-37).


Non è vero che ridere è segno di immoralità e che il riso "abbonda sulla bocca degli stolti", come ha per secoli sostenuto una certa corrente di pensiero. Secondo un'antica tradizione, a Eraclito, il filosofo che piange, è contrapposto Democrito, il filosofo che ride di tutto e di tutti. E che dire poi delle grandi risate dei cinici? Di loro si diceva: "ridendo castigant mores", ossia "ridendo castigano i costumi". Infatti, col loro riso dissacrante, essi attaccavano impietosamente tutte le abitudini tradizionali mostrandone l'assurdità.

DEMOCRITO SECONDO A. CARRACCI



Le morti dei filosofi

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Ora voglio parlare degl'illustri che vidi [...]. Il solo Platone non c'era, ma dicevasi abitare una città che egli stesso aveva fatta, con quel governo e leggi che egli le aveva dato. Aristippo ed Epicuro c'erano i primi, essendo piacevoli e bravi compagnoni. C'era anche Esopo frigio, che faceva da buffone. C'era Diogene tanto mutato da quel di prima, da sposar Laide, spesso levarsi a ballare ubriaco, e fare altre pazzie nel vino. Degli stoici poi non c'era nessuno: si diceva che ancora salivano il loro alto monte della virtù. Anzi udimmo dire che Crisippo non poteva entrare nell'isola, se prima non si fosse quattro volte ben purgato con l'elleboro. Si diceva pure che gli Accademici vogliono venirci, sì, ma s'astengono, e discutono, né arrivano a capire se l'isola esiste o no; ma credo, io, perché temono il giudizio di Radamanto, come quelli che hanno tolto via il criterio. (Luciano di Samosata, "Storia vera")





La filosofia e i suoi eroi