JEAN BODIN

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Gli sviluppi della monarchia francese in senso assolutistico trovarono l' appoggio di alcuni scrittori ( di formazione giuridica ) , che assumevano il punto di vista politico come prioritario rispetto alle questioni religiose , sociali e giuridiche : per questo essi vennero indicati con il termine piuttosto sprezzante di " politiques " . Tra questi il più importante é senz' altro Jean Bodin ( 1530 - 1596 ) , autore di un famoso trattato , Sei libri sullo Stato ( 1576 ) , poi diffuso anche in latino ( 1586 ) . Il 1576 è un anno estremamente fecondo per il giurista francese, sia sul piano pratico, con l'elezione a deputato del terzo stato di Vermandois agli Stati Generali di Blois, dove prende posizione per la riconciliazione e per la pace religiosa, che su quello teorico: pubblica infatti un'opera di teoria politica di straordinario valore: Les six livres de la' Rèpublique (I sei libri della Repubblica). Quest'opera viene scritta in volgare (francese), e non in latino, di modo che possa essere letta da tutti. Bodin si esprime così: «Ho intrapreso questo mio discorso sullo Stato (...) in lingua volgare, sia perché la sorgente della lingua latina è ormai esaurita (...) sia per essere compreso meglio da quelli che sono veri Francesi». È un'opera che richiede un consenso ampio, e ha carattere d'urgenza: infatti, scrive Bodin, usando l'antica similitudine tra lo Stato e l'imbarcazione: «Ora che la tempesta si è messa a tormentare il vascello del nostro Stato con tale violenza che i capitani e i piloti sono tutti ugualmente stanchi e sfiniti dalla niuturna fatica, è necessario che i passegeri stessi intervengano a prestare soccorso. Per "salvare la barca" dello stato, non basta un discorso oratorio, semplicemente brillante,"poiché né le malattie degli uomini né quelle degli Stati si curano con lo splendore delle parole» Occorre invece approfondire la questione generale del potere: a chi deve appartenere il massimo potere in una situazione in cui gli interessi privati e di fazione rischiano di travolgere tutto? Per rispondere a tale domanda, occorre un'opera di teoria politica. Questo intendono essere I sei libri. Il trattato di Bodin affronta un concetto determinante, che fonda la gestione unificata del potere da parte dello Stato, in una società che si vuole coesa e ordinata: la sovranità. "Per sovranità" scrive Bodin, "si intende quel potere assoluto e perpetuo ch'è proprio dello Stato". Bodin in questo modo stabilisce il fondamento giuridico che garantisce la totale autonomia della dimensione pubblica rispetto a quella privata, giustifica perciò la necessità di una suprema autorità che si ponga al di sopra dei sudditi. Per Bodin «la monarchia pura assoluta è lo stato più sicuro e, senza confronto, il migliore di tutti». La democrazia invece oltre a disperdere il potere è anche rischiosa per via del progetto egualitario che l'accompagna («non c'è odio più grande nè vi sono inimicizie più radicali di quelle che si creano tra gli uguali»). “Lo Stato è il governo giusto di più famiglie e di ciò che è loro comune, con potere sovrano”. La comunità politica è quindi un governo giusto, cioè ordinato, conforme a certi valori morali di ragione, giustizia; lo Stato si identifica nel governo, il governo giusto è quello che soddisfa il bene dei cittadini e contemporaneamente anche il bene dello Stato, bene comune e individuale convergono; la famiglia è il punto di partenza, la cellula madre e il modello della comunità politica ben ordinata, è una componente naturalistica, la prima istituzione. La sovranità è la forza coesiva, unificatrice della comunità politica, lo Stato non esiste se non c’è un potere sovrano la sovranità. Il potere sovrano è perpetuo, la sovranità cioè ha una durata ininterrotta e non limitata. Oltre che perpetua la sovranità è anche assoluta, il sovrano deve essere sciolto dall’autorità delle leggi, è lui stesso che fa o disfa le leggi, il sovrano è il vertice, colui che non ha pari nello Stato e dipende completamente da se stesso, il suo potere non è temporaneo né delegato. Le prerogative del sovrano sono di fare o annullare le leggi, dichiarare guerra o siglare la pace, regolare i rapporti dei singoli (amministrazione della giustizia), imporre i tributi (sistema fiscale), nominare i magistrati, titolari delle varie funzioni pubbliche. Bodin, contrario a qualunque tipo di governo misto, distingue i vari tipi di governo ed esclude categoricamente la possibilità di dividere le prerogative della sovranità per costituire uno Stato aristocratico o popolare, le prerogative della sovranità sono indivisibili. La monarchia è il governo naturale, la forma di Stato in cui la sovranità assoluta risiede in un solo principe, è solo nella monarchia che la sovranità assoluta con le sue prerogative indivisibili trova una garanzia di durata e un appoggio vigoroso. Solo la monarchia infine assicura maggiori garanzie alla scelta delle competenze. La monarchia di Bodin non è però un sistema tirannico, al di sopra delle leggi del sovrano si trovano infatti le leggi di natura, riflesso della ragione divina. Il sovrano deve rispettare quindi la libertà naturale dei sudditi e la loro proprietà. Non si tratta di una sovranità illimitata, senza leggi morali, è una monarchia assoluta ma non arbitraria, che permette anche un consiglio permanente, gli Stati generali e provinciali come organi di consultazione, ma anche corporazioni, comunità, forme di associazione intermedia tra lo Stato e i sudditi, che non devono sconfinare nella sfera dell’autorità del sovrano. Bodin è considerato un teorico dello Stato moderno.
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