EIRICO DI AUXERRE

 

 

Eirico di Auxerre (841-876) fu monaco dell’abbazia benedettina di Saint-Germain. Ins seguito, studiò ad Auxerre, a Ferrières, sotto la guida di Servato Lupo, successivamente a Laon, dove come maestro ebbe l’irlandese Elia. Eirico fu un poeta latino: a lui dobbiamo una ricca raccota di autori classici e numerosi commenti grammaticali, di grande importanza. In qualità di maestro di dialettica, Eirico ci ha lasciato alcune glosse all’apocrifo agostiniano Categoriae decem e gliene sono state attribuite altre al De dialectica di Agostino, al De interpretatione di Aristotele e all’Isagoge di Porfirio. È interessante il fatto che Eirico intendesse le Categoriae decem non come una traduzione letterale, ma come un libero adattamento delle Categorie di Aristotele svolto dallo stesso Agostino. Oltre ad Agostino e ad Aristotele, tra gli autori che hanno esercitato una maggiore influenza su Eirico non va dimenticato Scoto Eriugena, dal quale viene desunta la nozione di “natura”, come emerge nitidamente da un estratto pubblicato a Hauréau. Natura è, secondo la lezione eriugeniaa, tutto ciò che è e ciò che non è, compreso ciò che sta al di là della conoscenza sensibile (dunque Dio stesso). L’“essere” è per Eirico ogni essenza semplice e immutabile creata da Dio, come Animale (il genere animale) e gli elementi semplici. Ciò che è costituito dai quattro elementi, va incontro al processo di dissoluzione, muore e i suoi stessi elementi si risolvono nella totalità da cui derivano. La lezione di Scoto Eriugena è massicciamente ereditata da Eirico. Egli rigetta il realismo dei generi e delle specie. Gli universali sono soltanto dei nomi che consentono al pensiero, affollato dalla moltitudine indistinta degli individui singoli, di riassumerli sotto termini la cui comprensione è sempre più ristretta e l’estensione sempre più larga: cavallo (specie), animale (genere), essere infine, che racchiude tutto.    

 

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