L'eredità di Marx fra Bloch e Löwith
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Il problema dell’eredità marxista è una delle questioni fondamentali che la sinistra post-comunista ha tentato di affrontare, con risultati contraddittori, a partire dal crollo dell’Unione sovietica. Sinistra che si è resa protagonista di una frettolosa ritirata strategica prima, e infine di un totale abbandono, culminato in alcuni casi in mea culpa dai tratti quasi revisionisti. L’esperienza dei democratici i sinistra è in questo senso emblematica. In Italia tuttavia, a più di quindici anni dalla svolta capeggiata da Achille Ochetto, si assiste ancora oggi ad una latenza ideale e concettuale a cui può essere forse in una certa misura imputato il calo di consensi che ha contraddistinto gli ultimi dieci anni della storia del partito. A favore, forse non a caso, dei partiti che si richiamano ancora oggi alla tradizione comunista, in modo più o meno ortodosso. Ma si sono davvero fatti i conti con Marx? O meglio: con quale Marx si sono fatti conti? Infine: esiste ancora oggi qualcosa, all’interno del pensiero marxista, che possa essere maneggiato senza imbarazzo da una sinistra post-comunista? Il libro Filosofia e Speranza- Ernst Bloch e Karl Loewith interpreti di Marx di Diego Fusaro, giovane studente del corso di laurea specialistica in Filosofia presso l’Università di Torino, già curatore per Bompiani dell’edizione della Differenze tra le filosofie della natura di Democrito ed Epicuro di Marx e dell’Apologia di Raymond Sebond di Montagne, oltre che pioniere della digitalizzazione della filosofia con il sito internet www.filosofico.net, riapre la breccia sul Marx che rimane in piedi senza materialismo storico. Uno dei problemi lasciati infatti irrisolti dal filosofo di Treviri riguarda la legittimità della speranza in sede etica e teoretica, tanto nella cornice del suo pensiero quanto nel più ampio orizzonte della filosofia. L’intera opera di Marx appare infatti in bilico fra le opposte dimensioni della scienza e della speranza. È proprio la seconda chiave di lettura che Ernst Bloch e Karl Loewith privilegiano, riconoscendo alla riflessione di Marx un’ineludibile tensione utopica rispetto alla quale la scienza sarebbe un fenomeno secondario e funzionale. Dunque la speranza momento centrale della filosofia marxista, valutata tuttavia in termini opposti dai due pensatori. Per Ernst Bloch, filosofo del Geist der Utopie, è la speranza la vera dimensione ontologica, la spinta messianica di un uomo inesorabilmente inappagato dalla realtà: il mondo non è vero, ma vuole tornare a casa. Per Karl Loewith invece sembra vano aspettarsi un futuro migliore, perché difficilmente si da un futuro che, quando diviene attuale, non deluda le nostre speranze. Le speranze dell’uomo sono cieche, cioè irrazionali ed erronee, ingannevoli ed illusorie. L’ottimo libro di Diego Fusaro termina in modo significativo con una citazione dallo Spettri di Marx di Jacques Derrida: “Ora, se c’è uno spirito del marxismo cui non vorrei mai rinunciare, non è solamente l’idea critica o l’atteggiamento questionante […]. È piuttosto una certa affermazione emancipatrice e messianica, una certa esperienza della promessa che si può tentare di liberare da ogni dogmatica e persino da ogni determinazione metafisico-religiosa, da ogni messianismo”. Il libro –dal costo di 10 euro- è disponibile presso le librerie specializzate o su ordinazione on-line al sito www.filosofico.net/j, senza costi di spedizione.

[di Rodolfo Garau, Aprile - Quotidiano per la sinistra, 14 giugno 2006]




La filosofia e i suoi eroi