PIETRO LOMBARDO

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Vita e opere. Pietro Lombardo, nativo di Novara, studiò dapprima a Reims e poi a Parigi, dove si trovava già alla scuola di San Vittore nel 1135 o 1136: ai Vittorini era stato presentato da Bernardo da Chiaravalle. Tuttavia fu forse anche allievo di Abelardo, e divenne poi maestro della scuola cattedrale. Nel 1148 fu uno dei giudici del processo di Reims, in cui furono condannate le tesi teologiche di Gilberto Porretano. Agli anni 1150-52 risale la redazione della sua opera principale, i quattro libri delle Sententiae; scrisse inoltre opere di commento biblico, fra cui un commento alle Lettere di Paolo, e diversi sermoni. Morì nel 1160, poco dopo essere stato eletto vescovo di Parigi. Le Sententiae e lo sviluppo della teologia. L’opera principale di Pietro Lombardo è quella che lo collega alla tradizione dei ‘Sentenziari’: autori di opere teologiche basate sulla raccolta di testi di auctoritates patristiche e alto-medievali, disposti secondo un piano di argomenti definito e utilizzabile nell’insegnamento. Già nel VII sec., con Isidoro di Siviglia, l’ordine degli argomenti utilizzato non era più quello tradizionale che seguiva quello dei libri della Bibbia, ma un ordine di carattere logico (Dio – gli spiriti angelici – l’uomo). Fra XI e XII sec. la raccolta più famosa è quella elaborata alla scuola di Anselmo di Laon (morto nel 1117), di cui fu allievo Abelardo. Testi di autori diversi sono raccolti per risolvere questioni nate dalla lettura del testo biblico. Anselmo, che Abelardo giudicava “fumoso e oscuro”, non utilizzava ancora il metodo dialettico, che invece Abelardo stesso applicò al suo Sic et non. Questa scelta, che comporta una dimensione filosofica in senso proprio, caratterizza anche i Quatuor libri Sententiarum di Pietro Lombardo, che fu per questo attaccato –insieme ad Abelardo, Gilberto Porretano, Pietro di Poitiers- da Gualtiero di San Vittore che bollò le loro ricerche rivolte ad elaborare una teologia razionale (peraltro con modalità diverse), definendoli ‘i quattro labirinti di Francia’. Pietro Lombardo considera necessaria l’utilizzazione della dialettica, metodo di ricerca della verità, laddove il testo sacro presenta problemi interpretativi; e tuttavia la sua raccolta non ha, come quella di Abelardo, l’intento di mettere a confronto opinioni diverse e anche contrastanti, ma piuttosto quella di presentare una tradizione “desiderando toglier di mezzo il contrasto fra autorità”. Le caratteristiche della sua raccolta sono: l’accoglimento della distinzione agostiniana fra dottrine che concernono la realtà (res: i primi tre libri) e dottrine che concernono i segni (signa: il quarto libro); la sistematizzazione degli argomenti di dibattito teologico secondo una quadripartizione che vede come oggetto del primo libro i misteri divini (unità e Trinità, gli attributi di Dio, l’azione ad extra, la prescienza, l’onnipotenza), del secondo la creazione(il fine della creazione, la creazione degli angeli, l’opera dei sei giorni, l’uomo, il peccato e la grazia), del terzo l’incarnazione di Cristo (l’opera della salvezza, le virtù teologali e i doni dello Spirito santo, i comandamenti), del quarto i sacramenti; la codificazione di un linguaggio tecnico, che divenne strumento condiviso dai teologi posteriori. Fra questi spicca un diretto allievo del Lombardo, Pietro di Poitiers, autore a sua volta di una raccolta di Sententiae in cinque libri e cancelliere della cattedrale di Parigi a partire dal 1193, cioè negli anni di formazione dell’università. Nonostante avesse suscitato molti contrasti, nel Concilio Lateranense del 1215 la raccolta di Pietro Lombardo venne approvata ufficialmente; in conseguenza di ciò, divenne il libro di testo su cui si strutturò l’insegnamento nella facoltà teologica delle nascenti università. Gli studenti di teologia dovevano seguire le lezioni sulle Sentenze del Lombardo e poi, come baccellieri, esercitarsi nelle dispute (quaestio) relative, prima di passare allo studio della Sacra Scrittura. Nei commenti alle Sentenze è dunque possibile seguire lo sviluppo della teologia scolastica e anche di molte problematiche filosofiche ed epistemologiche ad esso connesse.

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