KARL POPPER

A cura di

PASSI SCELTI DA OPERE DI POPPER



L'INDUZIONE

LA FALSICABILITA'

LO STORICISMO

VERITA' E CONTROLLABILITA' DI UNA TEORIA

LA TEORIA DELLA DEMOCRAZIA

TEORIA ED ESPERIENZA



L'INDUZIONE

Secondo un punto di vista largamente accettato [...]le scienze empiriche possono essere caratterizzate dal fatto di usare i cosiddetti "metodi induttivi".[…]Già dall’opera di Hume si sarebbe dovuto vedere chiaramente che in relazione al principio d’induzione possono facilmente sorgere contraddizioni; e si sarebbe anche dovuto vedere che esse possono venire evitate, ammesso che lo possano, soltanto con difficoltà. Infatti il principio d’induzione dev’essere a sua volta un’asserzione universale.[...]Per giustificarlo, dovremmo impiegare inferenze induttive; e per giustificare queste ultime dovremmo assumere un principio induttivo di ordine superiore, e così via. In tal modo il tentativo di basare il principio d’induzione sull’esperienza fallisce, perché conduce necessariamente a un regresso infinito.

(K. Popper, Logica della scoperta scientifica)



LA FALSICABILITA'

Se vogliamo evitare l’errore positivistico, consistente nell’eliminare per mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teorie delle scienze della natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel dominio della scienza empirica, anche asserzioni che non possono essere verificate. Ma io ammetterò certamente come empirico, o scientifico, soltanto un sistema che possa essere controllato dall’esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere la verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un sistema scientifico non esigerò che sia capace di esser scelto, in senso positivo, una volta per tutte, ma esigerò che la sua forma logica sia tale che possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve poter essere confutato dall’esperienza.

(K. Popper, Logica della scoperta scientifica)



LO STORICISMO

1. Il corso della storia umana è fortemente influenzato dal sorgere della conoscenza umana.

2. Noi non possiamo predire, mediante metodi razionali o scientifici, lo sviluppo futuro della conoscenza scientifica. […]

3. Perciò, non possiamo predire il corso futuro della storia umana.

4. Ciò significa che dobbiamo escludere la possibilità di una storia teorica; cioè, di una scienza sociale storica che corrisponda alla fisica teorica. Non vi può essere alcuna teoria scientifica dello sviluppo storico che possa servire di base per la previsione storica.

5. Lo scopo fondamentale dello storicismo è quindi infondato. E lo storicismo crolla. […]

Ma può esserci una legge dell’evoluzione? […]

Io credo che la risposta a questa domanda debba essere "no"… I miei argomenti sono semplicissimi. L’evoluzione della vita sulla terra o della società umana, è un processo storico unico.

(K. Popper, Miseria dello storicismo)



VERITA' E CONTROLLABILITA' DI UNA TEORIA

La storia della scienza, come quella di tutte le idee umane, è storia di sogni irresponsabili, di ostinazioni e di errori. Ma la scienza è una delle pochissime attività umane — se non l’unica — in cui gli errori vengono sistematicamente sottoposti a critica e, sovente, corretti con l’andare del tempo. Per questo possiamo dire che, nella scienza, spesso impariamo dagli errori, e possiamo quindi, in questo ambito, parlare chiaramente e razionalmente di progresso. […] se l’accrescersi della conoscenza significa che operiamo con teorie di contenuto crescente, ciò deve anche significare che operiamo con teorie di decrescente probabilità (nel senso del calcolo delle probabilità). Se dunque il nostro scopo è l’avanzamento, o l’accrescersi, della scienza, un’alta probabilità (nel senso del calcolo delle probabilità) non può essere parimenti il nostro proposito: questi due propositi sono incompatibili. […] Uno scontro frontale si potrebbe forse evitare se non si fosse così generalmente inclini a supporre che uno degli scopi della scienza dev’essere un alto grado di probabilità…

(K. Popper, Verità, razionalità e accrescersi della conoscenza scientifica)



LA TEORIA DELLA DEMOCRAZIA

È mia convinzione che, esprimendo il problema della politica nella forma: "Chi deve governare?" o "La volontà di chi dev’essere decisiva?", ecc., Platone ha prodotto una durevole confusione nel campo della filosofia politica. […] È evidente che, una volta formulata la domanda: "Chi deve governare?", non si possono evitare risposte di questo genere: "i migliori" o "i più sapienti" o "il governante nato"… Ma una risposta siffatta, per quanto convincente possa sembrare — infatti, chi potrebbe propugnare il governo del "peggiore" o del "più grande stolto" o dello "schiavo nato"? — è, come cercherò di dimostrare, assolutamente sterile.[…] Ma ciò ci porta a un nuovo approccio al problema della politica, perché ci costringe a sostituire alla vecchia domanda Chi deve governare la nuova domanda Come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedire che i governanti cattivi o incompetenti facciano troppo danno?

(K. Popper, La società aperta e i suoi nemici)



TEORIA ED ESPERIENZA

Dunque la base empirica delle scienze oggettive non ha in sé nulla di "assoluto". La scienza non posa su un solido strato di roccia. L’ardita struttura delle sue teorie si eleva, per così dire, sopra una palude. È come un edificio costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall’alto, giù nella palude: ma non in una base naturale o "data"; e il fatto che desistiamo dai nostri tentativi di conficcare più a fondo le palafitte non significa che abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza stabili da sorreggere la struttura.

(K. Popper, Logica della scoperta scientifica)



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