Bakunin, Il signor Marx

Bakunin traccia un vivace profilo della figura di Marx, di cui ammira l’intelligenza e la cultura, ma ne critica lo statalismo. L. Blanc, socialista "statalista", discepolo di Babeuf, Mably e Morelly, fu per breve tempo al potere in Francia dopo la rivoluzione del Quarantotto.

 

M. Bakunin, Stato e anarchia

 

Ma il principale propagandista del socialismo in Germania, prima clandestinamente ma poi subito dopo pubblicamente, fu Karl Marx.

Il signor Marx ha avuto e ha tuttora una parte troppo importante nel movimento socialista del proletariato tedesco perché sia possibile passare accanto a questa cospicua personalità senza tentare di descriverla con qualche pennellata veridica.

Il signor Marx è di origine ebraica. Si può dire che riunisca in sé tutte le qualità e tutti i difetti di questa razza capace. Nervoso secondo alcuni sino alla depressione, eccessivamente ambizioso e vanitoso, litigioso, intollerante e assoluto come Jehova il signor dio degli avi e, come lui, vendicativo sino alla follia. Non c’è menzogna né calunnia che non sia capace d’inventare e di diffondere contro chi abbia avuto la disavventura di suscitare la sua gelosia, o che è la stessa cosa, il suo odio. E non c’è intrigo per quanto ignobile che rinunci a impiegare se a suo giudizio, quasi sempre errato, questo intrigo può rafforzare la sua posizione, la sua influenza e allargare il suo potere. Sotto questo aspetto è veramente un consumato uomo politico.

Queste sono le sue qualità negative. Ma di positive ne ha molte. È molto intelligente e di una smisurata erudizione enciclopedica. Dottore in filosofia era, già a Colonia verso l’anno 1840, l’anima e si può dire il centro di numerosi eminenti circoli hegeliani avanzati con i quali aveva iniziato la pubblicazione di una rivista d’opposizione di lí a poco vietata per ordine ministeriale. A questi circoli appartenevano anche il fratello Bruno e Edgard Bauer, Marx Stirner e poi a Berlino, il primo gruppo dei nihisti tedeschi che nella loro cinica logica superarono di molto i piú violenti nihilisti della Russia.

Nel 1843-1844 il signor Marx si stabilí a Parigi. Là ebbe i primi contatti con la società dei comunisti francesi e tedeschi e con il suo correligionario ebreo tedesco, il signor Moses Hess che prima di lui era stato un dotto economista e socialista e che esercitò una considerevole influenza sull’evoluzione scientifica del signor Marx.

È raro trovare un uomo che sappia e legga tanto e che legga cosí intelligentemente come il signor Marx. L’argomento esclusivo dei suoi studi era già allora la scienza economica. Ha studiato con estrema attenzione gli economisti inglesi i quali sopravanzano ancora tutti quanti sia per il carattere positivo delle loro concezioni, sia per il carattere pratico della loro intelligenza formatasi sull’analisi dei fatti economici inglesi, e per la critica rigorista e la coscienziosa audacia delle conclusioni. A tutto ciò il signor Marx aggiunse due nuovi ingredienti: primo, la dialettica piú astratta, la piú sofisticatamente sottile da lui appresa alla scuola di Hegel e che spinse spesso sino alla birbanteria, alla perversione, e il punto di partenza comunista.

Il signor Marx naturalmente ha letto tutti i socialisti francesi da Saint-Simon a Proudhon compreso; è noto che odia quest’ultimo e non v’è dubbio che nella spietata critica da lui portata contro Proudhon c’è molto di vero: Proudhon malgrado tutti gli sforzi per mettersi sul terreno concreto è rimasto idealista e metafisico. Il suo punto di partenza è l’idea astratta del diritto; dal diritto va al fatto economico mentre il signor Marx, al contrario di Proudhon, ha enunciato e dimostrato l’indubbia verità, confermata dalla storia passata e contemporanea della società umana, dei popoli e degli Stati, che il fatto economico ha sempre preceduto e precede sempre il diritto giuridico e politico. Nella esposizione e nella prova di questa verità consiste uno dei principali meriti scientifici del signor Marx.

Ma quello che è piú notevole e che, beninteso, il signor Marx non ha mai ammesso, è il fatto che in materia politica il signor Marx è il diretto discepolo di Louis Blanc. Il signor Marx è incomparabilmente piú intelligente e senza confronto piú erudito di quel piccolo, sfortunato rivoluzionario e uomo di Stato ma, da buon tedesco e nonostante la sua rispettabile statura, prese lezione dal minuscolo francese.

Questa singolarità si spiega d’altronde molto facilmente: il retorico francese, da politico borghese e da dichiarato ammiratore di Robespierre e il sapiente tedesco, nella sua triplice qualità di hegeliano, di ebreo e di tedesco, sono entrambi statalisti accaniti e predicano entrambi il comunismo autoritario con questa sola differenza, che l’uno si accontenta di dichiarazioni retoriche in luogo di argomenti mentre l’altro, da scienziato ampolloso e da tedesco pedante, avviluppa quel che per entrambi è un caro principio con ogni sorta di sottigliezze della dialettica hegeliana e con la ricchezza delle sue vastissime cognizioni.

 

M. Bakunin, Stato e anarchia, Feltrinelli, Milano, 1979, pagg. 168-171